“Person of Interest”, la nuova serie d’azione targata CBS: Recensione
Ogni tanto nel panorama televisivo si affacciano opere che segnano un nuovo standard. È successo con “Lost”, di nuovo con “Dexter”, sta succedendo con “Person of Interest”.
Interpreti: Jim Caviziel, Michael Emerson, Taraji P. Henson, Kevin Chapman
Provenienza: USA
Rete: CBS
Scritto da Jonathan Nolan, fratello di Christopher e autore di alcuni dei suoi film (tra cui uno su un certo “Cavaliere Oscuro”), e prodotto da J.J.Abrams, regista e produttore di gran pregio (“Alias”,”Lost”,”Super 8″), “Person of Interest” è una serie d’azione investigativa coi fiocchi.
John Reese (Jim Caviziel, “La Passione di Cristo”) è un ex agente segreto distrutto da un errore compiuto in passato che lo ha portato ad abbandonare tutto e tutti e a lasciarsi andare alla vita di strada. Un giorno viene contattato dall’altrettanto misterioso miliardarioFinch (Michael Emerson, il Ben di Lost) che gli propone un ingaggio. Mr. Finch ha sviluppato un sistema informatico che fa le pulci a qualunque cittadino di New York: Telecamere pubbliche, e-mail e cellulari sono sotto stretto controllo del cervellone il quale, nel paradiso del voyeur, ha deciso di aiutare il prossimo. Il sistema tira fuori di tanto in tanto un numero di previdenza sociale legato ad una persona la quale sta per essere coinvolta in qualcosa di grosso. Il tutto è estremamente vago e un po’ troppo forzato, ma basta perchè Finch sguinzagli Reese per indagare. John accetta l’incarico per espiare le proprie colpe, e lo fa con la grazie e le abilità di un super agente segreto.
Il primo episodio è davvero spettacolare. Narra l’incontro tra i protagonisti ed il primo “caso” che risolvono insieme. Il numero fornito dal sistema corrisponde qui ad un procuratore coinvolto in una storia di corruzione e gang. Spetta a Reese e Finch comporre il mosaico dei fatti.
I protagonisti sono calati perfettamente nelle parti. Caviziel fa il tenebroso, forse un po’ troppo, un Batman senza cappa ma col cappotto. Emerson ha il solito sguardo spiritato che ben (Ben?) conosciamo e la cosa non è affatto male. La loro collaborazione raggiunge livelli di complicità dove uno (Caviziel) fa praticamente tutto, ma è l’altro (Emerson) a fornire mezzi e nozioni di base.
Anche il tema del controllo sulla vita privata dei cittadini è affrontato bene. New York appare come una ragnatela dove nessuno puó muoversi senza essere intercettato, nel bene e nel male.
Il plot della serie è peró una scopiazzatura, alcuni potrebbero dire citazione, di tanti altri lavori. John Reese è praticamente Jason Bourne, Mr. Finch è Ben di Lost, in più zoppicante, e il sistema che ha sviluppato e che permette di prevenire il crimine ricorda molto la pre-crime di “Minority Report”. … Quando parla con Caviziel lo chiama John (sarà un caso che anche Locke si chiamasse così) e poi il sistema tira fuori sequenze di numeri (“Lost”) e li mette in una lista (ancora “Lost”) a disposizione di Be… Finch. Anche l’atmosfera deve molto al fratello più famoso di Nolan. Ma copiare così bene e saper amalgamare tutti gli elementi non è roba da poco.
L’unico difetto notevole è un po’ la forzatura per cui i protagonisti si impegnano ad indagare solo perchè il sistema da i numeri, ma è si tratta dell”escamotage che da il via all’episodio. Non mi convince appieno il personaggio della detective interpretato da Taraji P. Henson che indaga per scoprire chi sia realmente Reese. Rispetto agli altri, è un po’ troppo sottotono; speriamo che venga sviluppato meglio in futuro. Al contrario, mi ha incuriosito il poliziotto corrotto con il volto di Kevin Chapman che spero di rivedere nei prossimi episodi.
Un grande esordio per questa serie. Attendetela con ansia, non ve ne pentirete.
VOTO: 8.5









[...] di Andrea "Il Severo Mietitore" Fenucci 0 Commenti | Commenta per primo Tweet Se avete letto la nostra recensione di “Person of Interest“, nuovo action drama a carattere investigativo della CBS, sapete [...]
Dopo 10 puntate viste, direi che è possibile dare un giudizio quantomeno parziale. Sono perfettamente daccordo con i pregi e difetti riscontrati dal recensore, aggiungendo che si comincia a scorgere la possibilità di una trama meno “verticale” e quindi ancora più interessante. Ad ogni modo, ho cominciato questa serie per la presenza del duo Caviezel-Emerson, a mio parere riuscitissimi nelle rispettive parti, sebbene a qualcuno possa far storcere il naso l’ostentata freddezza interpretativa del primo (ma d’altro canto, credo sia come da copione). L’originalità non è certo il punto di forza di questa produzione, ma presto il senso di dejavu sparirà. Consigliato