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sabato, 30 giugno 2012 - 13:00

Game of Thrones: Season 2 – Recensione

La battaglia per il Trono di Spade continua. La prima stagione di Game of Thrones si era conclusa con l’uccisione di Eddard Stark, signore di Grande Inverno, e l’ascesa al trono del giovanissimo ed arrogante Joffrey Baratheon a favorire il dominio dei consanguinei Lannister su Approdo del Re. Mentre tre diversi eserciti marciano verso la capitale per una battaglia che deciderà le sorti dei Sette Regni, la bella Daenerys deve prendersi cura dei suoi piccoli draghi e un tradimento sta per abbattersi su Grande Inverno.

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Game of Thrones – Season 2

Genere: Fantasy
Regia: Alan Taylor, Brian Kirk, Daniel Minahan, Timothy Van Patten, David Nutter, David Petrarca
Interpreti: Lena Headey, Peter Dinklage, Maisie Williams, Emilia Clarke, Alfie Allen, Richard Madden
Provenienza: USA
Numero episodi: 10, 1 ora ca. cad.
Casa di produzione: HBO, Television 360, Embassy Films, Generator Entertainment
Emittente: HBO (USA), Sky Cinema 1 (Italia)
Messa in onda del primo episodio (USA): 1 aprile 2012 (USA)


Tratta dalla saga letteraria di George R. R. Martin, Game of Thrones è la serie tv rivelazione degli ultimi due anni che ci trasporta in un universo dagli elementi fantasy classici, mai eccessivamente invadenti in un contesto fortemente realistico, e proposti attraverso una chiave di lettura adulta, esplicita ma mai gratuita sul piano del sesso e della violenza, un mondo nel quale bene e male non sono nettamente delineati come accade, ad esempio, nella Terra di Mezzo di Tolkien.

Questa seconda stagione, composta da dieci episodi, esattamente come la precedente, è caratterizzata dall’incremento di personaggi e di linee narrative che rendono la storia più variegata ma anche un po’ più dispersiva. Approdo del Re è dunque finita sotto il pugno di ferro di Joffrey Baratheon, viziato e perverso, ben interpretato dal giovanissimo e sufficientemente antipatico Jack Gleeson, già visto in Batman Begins. Si decide il destino della bella e dolce Sansa Stark, sua promessa sposa, più che altro suo ostaggio, nonché figlia del “traditore” Eddard, che aveva il volto, finito decapitato, di Sean Bean nella scorsa stagione.

Lena Headey torna nel ruolo di Cersei Lannister, madre dell’imberbe re, e comincia finalmente a mostrare qualche crepa nel guscio di donna dura e spietata. Appare pochissimo, in questa stagione, suo fratello ed amante Jaime, lo Sterminatore di Re, ed è un gran peccato poiché si tratta di un personaggio fortemente ambiguo ed affascinante, forte di una disincantata concezione su cosa significhi essere il primo cavaliere di un regno. Tra i biondi Lannister, l’unico che sembra avere un animo davvero nobile e che tenta a fatica di mantenere l’ordine nella capitale è il nano Tyrion, il personaggio più carismatico della serie dopo la dipartita di Eddard, interpretato da un Peter Dinklage la cui statura fisica è inversamente proporzionale a quella artistica.

Lo stesso si può dire della piccola Arya Stark, la cui altezza è però dovuta alla tenera età dell’attrice Maisie Williams, appena quindicenne e già talentuosa nel tratteggiare una ragazzina forte e adorabile al tempo stesso, finita suo malgrado alla corte dell’anziano Tywin Lannister, interpretato dallo shakespeariano Charles Dance. I duetti tra i due personaggi sono una delle cose migliori della nuova stagione: lui apparentemente duro ma benevolo, lei dolce ma assetata di vendetta.

Robb Stark, l’eroe senza macchia della serie, si trova qui a dover fronteggiare un ostacolo inatteso: l’amore. Nella fattispecie il suo cuore inizia a battere per la guaritrice Talisa, la bella Oona Chaplin, nientemeno che la nipote del celebre Charlie Chaplin. Alle prese con una donna anche Jon Snow, fratellastro di Robb, che prosegue la sua avventura sulla Barriera innevata come membro dei Guardiani della Notte. La fanciulla in questione è la selvaggia Ygritte, appartenente ai bruti, che lo stuzzica in continuazione sulla sua inesperienza in fatto di donne e che gli causerà non pochi problemi.

L’altro fratellastro, Theon Greyjoy, torna alla sua famiglia d’origine, presta giuramento al severo padre Balon e sfoga la sua ira vendicativa e carica di rancore su Grande Inverno soggiogando anche i fratellini adottivi Bran e Rickon. Theon è senz’altro il personaggio più disonorevole della storia con lo sguardo spiritato e crudele di un azzeccato Alfie Allen.

Dopo l’uccisione di suo fratello e la morte dell’amato Khal Drogo, abbiamo visto la bella Daenerys diventare “madre” di tre draghi, resi in maniera convincente dagli effetti visivi, nonostante la qualità televisiva. Sempre accompagnata dal fido Jorah, la bionda khaleesi giunge a Qarth, città di mercanti in pieno deserto, dove resta coinvolta in un complotto. E’ l’unica linea narrativa di questa stagione che si risolve completamente nella season finale dando il via ad un nuovo percorso per una Daenerys sempre più spietata.

La new entry più importante è senz’altro Stannis Baratheon, fratello del defunto Re che ne reclama il Trono portando l’attacco alla capitale. Gli presta il volto Stephen Dillane che non riesce però a far trasparire del tutto quell’estrema crudeltà per la quale il personaggio è temuto nei Sette Regni. Lo accompagna la strega Melisandre, alias la fascinosa olandese Carice van Houten, che aggiunge un tocco di esoterismo alla storia mescolato alla componente erotica.

Uno degli elementi più affascinanti della serie sono i personaggi apparentemente secondari che finiscono sempre per giocare un ruolo determinante e per dare molto più sapore alla narrazione, dall’avido Petyr Baelish, proprietario di un bordello e arrampicatore sociale, a Lord Varys, l’eunuco Maestro di Spie, passando per il Mastino sfigurato Clegane. Poi ci sono gli alleati di Tyrion Lannister: la sua amata prostituta Shae e il mercenario braccio destro Bronn. Si distinguono anche la mastodontica guerriera Brienne, fedele alla regina Catelyn Stark, e il misterioso cavaliere Jaqen al servizio della piccola Arya. E tanti altri ancora dai ruoli più o meno funzionali ma sempre ben sfaccettati ed approfonditi.

Nella penultima puntata della stagione assistiamo alla battaglia di Approdo del Re, sui cui esiti non diremo nulla ma che regala spettacolo, azione e colpi di scena. Nella season finale si arriva ad una serie di cliffhangers che promettono una terza stagione con un nuovo e più marcato elemento fantasy. La serie gode ancora della suggestiva e articolata colonna sonora di Ramin Djawadi, già autore delle musiche del primo Iron Man e di Scontro tra Titani. Il tema principale che fa da sigla alla serie è uno dei motivi più orecchiabili che si siano ascoltati negli ultimi anni.

L’incremento dei personaggi e la durata piuttosto lunga di ciascun episodio, circa un’ora, tendono forse a rallentare a tratti il racconto e a concentrare troppo l’attenzione su alcune linee narrative a scapito di altre ma non c’è dubbio che si tratti di una delle serie tv più riuscite ed esaltanti di sempre, forte di caratterizzazioni memorabili, dialoghi affilati, avvincenti intrighi di corte, azione e sangue quanto basta e sesso utilizzato come arma di offesa o sopravvivenza. Ne vogliamo ancora.


Voto: 8,5

Autore Articolo

- Reporter freelance, critico cinematografico e fumettistico, ambisco a lavorare per il Daily Planet.

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