The Walking Dead: Season 2 – Recensione
La marcia degli Erranti continua.
Si è da poco conclusa la seconda stagione di The Walking Dead, trasposizione televisiva prodotta da Frank Darabont del fumetto scritto da Robert Kirkman per la Image.
13 episodi che vanno ad aggiungersi ai 6 della prima stagione e nei quali prosegue la lotta per la sopravvivenza dello sceriffo Rick Grimes e del suo gruppo in un mondo invaso dai morti viventi.
The Walking Dead – Season 2
Genere: Horror – Drammatico – Thriller
Regia: Ernest R. Dickerson, Gwyneth Horder-Payton, Phil Abraham, Bill Gierhart, Guy Ferland, David Boyd, Michelle MacLaren, Clark Johnson, Gregory Nicotero.
Interpreti: Andrew Lincoln, Sarah Wayne Callies, Laurie Holden, Steven Yeun, Jon Bernthal, Jeffrey DeMunn, Norman Reedus, Lauren Cohan, Scott Wilson.
Paese: USA
Numero episodi: 13, 45 min cad.
Casa di produzione: Circle of Confusion, Valhalla Motion Pictures, Darkwood Productions, AMC Studios
Emittente: AMC (USA), FOX (Italia)
Messa in onda del primo episodio (USA): 17 ottobre 2011
Come detto nella recensione della prima stagione, Frank Darabont ha diretto le trasposizioni di tre romanzi di Stephen King che hanno in comune con The Walking Dead un approfondito rapporto tra personaggi costretti alla convivenza, tra le mura di un carcere nei capolavori Le Ali della Libertà e Il Miglio Verde e in un supermarket assediato da una nebbia sovrannaturale in The Mist. In questa seconda stagione, i personaggi di The Walking Dead sono invece costretti a riparare nella fattoria dell’anziano veterinario Hershel quando il piccolo Carl, figlio di Rick, viene centrato accidentalmente da un colpo di arma da fuoco.
Rispetto alla prima stagione, l’impostazione non cambia. Gli episodi sono incentrati soprattutto sui rapporti interpersonali e sui dilemmi etici e morali che i protagonisti sono costretti ad affrontare. La componente horror viene somministrata col contagocce a favore di dinamiche più drammatiche e thrilling. Qualcuno ha detto che, per lunghi tratti, sembra di trovarsi di fronte ad un reality show a causa dei numerosi ed insistiti dialoghi ed intrecci sentimentali. E’ una scelta che consente però al pubblico di affezionarsi ai personaggi e stimola la curiosità per la loro sorte. E’ la stessa struttura di Lost, dove pure avevamo un gruppo di superstiti in un luogo isolato e in episodi in cui si affrontava più la parte intimista che quella mistery.
Nella prima stagione, Rick cercava di raggiungere la moglie Lori che, credendolo morto, si consolava con Shane, collega e amico del marito. I fari restano puntati su questo triangolo e si arriva a giocare a carte scoperte. Rick è sempre più schiacciato dalla pressione di dover prendere la scelta giusta per tutto il gruppo, Lori scopre di essere incinta e non sa chi sia il padre, Shane è sempre più cinico e brutale e non esita a sacrificare uno dei figli di Hershel per salvarsi la vita. In sintonia con lui, la bella Andrea che sviluppa un carattere glaciale e distaccato dopo aver perso la sorella.
Il giovane e sempre positivo Glenn allaccia una relazione sentimentale con la bella Maggie, anche lei figlia del veterinario, che porta il ragazzo a maturare e ad avere maggior consapevolezza di sé. Solo una breve parentesi è riservata alle manie suicide di Beth, sorella minore di Maggie. Un po’ defilato in questa stagione il personaggio di T-Dog.
La prima metà della stagione si dipana su due fili conduttori. Il primo è la scomparsa della piccola Sophia, figlia dell’emotiva Carol, reduce dai maltrattamenti del marito, che si scoprirà figura materna di Daryl, duro dal cuore tenero del gruppo. L’altra componente della trama a tenere banco riguarda gli erranti chiusi nel fienile della fattoria, familiari di Hershel che l’uomo spera di poter curare. Avevamo visto qualcosa del genere già in Survival of the Dead di George Romero. Entrambe le trame arriveranno ad intrecciarsi in un avvincente mid-season finale.
La seconda parte della stagione verte invece sulla cattura e sulla sorte del giovane Randall, appartenente ad un altro gruppo di superstiti. Rick e compagni si dividono tra chi vuole giustiziarlo e chi vuole lasciarlo andare. Nel frangente, il vecchio Dale, un magnifico Jeffrey DeMunn, si dimostra sempre la voce della saggezza e della ragione. La serie riserva dei buoni colpi di scena negli ultimi tre episodi quando due personaggi vanno incontro al loro destino ed assistiamo alla grande battaglia con gli Erranti nella fattoria. La trasposizione televisiva si prende delle licenze dal fumetto che rendono la storia imprevedibile anche per chi conosce già l’opera originale.
Introspezione, sottotrame ed intrecci sentimentali tendono a rendere la serie noiosa e prolissa a tratti, eppure la vicenda riesce a trascinare e a creare l’attesa per gli episodi successivi. I temi trattati sono interessanti e alcuni risvolti davvero efficaci. Make-up e splatter artigianali sempre graditi. Si lascia seguire ancora.
Bellissima serie. Non vedo l’ora che ci sia la terza stagione.