Lollipop Chainsaw – Recensione
Orde di zombie, comicità demenziale e una cheerleader armata di motosega: un sogno, un incubo o Lollipop Chainsaw?
Lollipop Chainsaw
Console: Ps3, Xbox 360
Genere: Action
Sviluppatore: Grasshopper Manufacture
Publisher: WB Games
Numero Giocatori: 1
Data d’uscita italiana: 15 giugno 2012
PEGI: 18
Prezzo (indicativo): 59.90 Euro
Suda 51, un nome sconosciuto ai più ma ben noto a chi segue il mondo dei videogiochi. Suda 51 è il direttore artistico di titoli quali No More Heroes, Killer 7 e Shadows of the Damned, tutti accomunati da un bizzarro senso estetico e una demenza generale. Lollipop Chainsaw, ultimo parto del geniale autore, non è certo da meno.
Interpretate la cheerleader Juliet in un liceo americano. La sgallettata, appartenente ad una famiglia di cacciatori di zombie, si reca a scuola nel giorno del suo compleanno, solo per scoprire che è cominciata un’invasione di morti viventi causata dall’evocazione da un altro pianeta da parte di una specie di necromante. Ovviamente, armata della sua fidata motosega con cellulare incorporato, Juliet sfiderà l’orda e i cattivoni di turno. Ecco, se vi sembra una trama da serie Z, avete capito bene. Tutto (trama, dialoghi e personaggi) è assolutamente fuori di testa.
Graficamente siamo a livelli più che discreti. Colori sgargianti e una protagonista ottimamente realizzata la fanno da padrone, così come una buona realizzazione degli avversari.
Il comparto audio è probabilmente la parte più riuscita del gioco. Al di là degli effetti sonori, comunque discreti, le musiche che ci accompagnano spaziano dal punk al rock al pop, e ben si sposano con l’ambiente di gioco.
Il problema principale del titolo è la giocabilità. Le premesse sono buone, ma a conti fatti tutto si riduce al solito button smashing. Inizialmente, Juliet fa abbastanza pena: poche mosse, abbastanza deboluccia e in generale insoddisfacente. Guadagnando gettoni zombie, la valuta del gioco, si sbloccano nuove mosse e le cose cambiano sensibilmente. Negli ultimi livelli è molto più gratificante da giocare, ma non ci si discosta poi più di tanti dal premere ripetutamente il tasto per azionare la motosega.
Avanzando nel gioco si ottengono nuove abilità, come l’arma per gli attacchi a distanza o un trabiccolo che ci trascina per lo schermo ad alte velocità. Inoltre, il ragazzo di Juliet saprà come rendersi utile usando la testa (letteralmente).
Altro problema è l’eccessiva linearità dei livelli. Fra arcobaleni, cuoricini e battutacce su fisico della protagonista, non si fa altro che andare dal punto A al punto B, semplice. Comunque ogni tanto l’azione viene spezzata da sequenze con salti sul trampolino, quick time events e la possibilità di trebbiare grano e zombie, ma sembrano più degli intervalli al solito “Taglia, taglia, taglia, colpisci, taglia, riempi il contatore di zombie e avanza, ripeti”.
I check point sono posizionati malamente. Ecco quindi che può capitare di essere sconfitti da un boss, per doversi rifare una porzione di livello prima di poter tentare lo scontro. Frustrante.
Una volta trascorse le canoniche 8 ore per completare il gioco, è possibile riaffrontare i livelli per postare i propri record online. Poi c’è la raccolta delle carte dei lecca-lecca, degli zombie ”famosi” e i soliti record pre impostati da battere. Poca roba, che non invoglia neanche più di tanto a rigiocare.
Un titolo attraente così come la protagonista. Pacchiano, divertente e demenziale come le altre opere di Suda 51. Ma se lo spogliamo dell’estetica, rimane un gioco troppo approssimativo per rivaleggiare con altri action sul mercato.








“Button Mashing”, non “Button Smashing”…Se vogliamo usare terminidi tecnici per fare i fighi, che almeno siano corretti
Button Mashing è il termine corretto, Button Smashing è un termine equivalente, non un tentativo di figaggine.
Mi spiace, Button Smashing non esiste proprio come termine (anche perchè, quando mai si è visto uno che butta per terra un controller e lo “sfascia” saltandoci sopra a la Hulk?).Quello corretto è Button Mashing (letteralmente, “Pestare i bottoni”), ad indicare un frenetico e spesso insensato e indiscriminato utilizzo dei tasti del joypad.
Non per fare il pignolo, ma button smasher, ovvero chi è dedito al button smashing, esiste, semplicemente è meno usato. Su google troverai entrambe i termini.