Zero Dark Thirty – Recensione in anteprima
In seguito agli attacchi terroristici dell’11 settembre, Maya, agente della CIA sotto copertura, ha intrapreso una lunga caccia senza quartiere ad Osama bin Laden. Dopo dieci anni di torture ai prigionieri, sanguinosi attentati, fallimenti e conflitti coi suoi superiori, Maya è sicura di sapere dove si celi il leader di Al-Qaeda, la cui uccisione potrebbe infliggere un duro colpo all’organizzazione terroristica.
Zero Dark Thirty
Titolo originale: Zero Dark Thirty
Genere: Thriller – Drammatico – Guerra
Regia: Kathryn Bigelow
Interpreti: Jessica Chastain, Jason Clarke, Kyle Chandler, Joel Edgerton, Mark Strong
Provenienza: USA
Durata: 157 min.
Casa di produzione: Annapurna Pictures
Distribuzione (Italia): Universal Pictures
Data di uscita: 11 gennaio 2013 (USA); 7 febbraio 2013 (Italia)
Kathryn Bigelow è probabilmente la miglior regista in grado di coniugare la realtà storica contemporanea ad un avvincente spettacolo cinematografico. Dopo essersi aggiudicata l’Oscar nel 2010, ai danni dell’ex-marito James Cameron e del suo Avatar, con The Hurt Locker, che racconta le vicissitudini di un artificiere dei marines in Iraq, interpretato da Jeremy Renner, la Bigelow è di nuovo in corsa per l’ambita statuetta con questa fedele, seppur drammaticizzata, cronaca ad alta tensione dei fatti salienti che hanno condotto all’uccisione di bin Laden.
Stavolta la protagonista è l’affascinante Jessica Chastain, intensissima nel ruolo di Maya, una donna forte, grintosa, ossessionata dalla sua missione, sempre più dura con il passare degli anni e dei terribili eventi a cui è costretta ad assistere. Ma attraverso il guscio s’intravedono anche una fragilità e una sensibilità di fondo che riescono a rendere il personaggio umano e accattivante.
Il film è un thriller investigativo sul genere dei romanzi di Tom Clancy e il ritmo della narrazione è sostenuto, incalzante, trascinante e tiene lo spettatore costantemente sul filo del rasoio senza tempi morti o cadute di tono nonostante le quasi due ore e quaranta di durata. L’uso dell’handycam rende il film ancor più realistico e coinvolgente, quasi in stile mockumentary.
Si tratta anche di un’opera molto obiettiva, priva di americanismi, che mostra le torture ai prigionieri da parte della CIA, la corruzione degli informatori a suon di denaro e Lamborghini, le lotte intestine (vagamente sessiste) tra la protagonista e i superiori, tutti puntualmente uomini tra i quali si riconoscono i volti noti di Mark Strong e Kyle Chandler.
L’ultima mezz’ora di film segue passo per passo il blitz del team di marines inviato a stanare bin Laden. Nonostante il senno di poi dello spettatore che conosce già i risvolti della vicenda, si tratta di trenta minuti da vivere col fiato sospeso, cadenzati in maniera sadica e inesorabile.
Uno dei film più belli degli ultimi tempi che riesce nell’impresa di restare costantemente in precario equilibrio tra l’opera d’intrattenimento e l’estrema drammaticità dei fatti reali. Se potete, guardatelo in lingua originale. Il film e la Bigelow possono vincere l’Oscar. Jessica Chastain non ha rivali.