Flight – Recensione in anteprima

Whip è un pilota d’aerei con un matrimonio fallito alle spalle. Alcolizzato e cocainomane, dopo aver trascorso la notte con una hostess, si mette alla guida di un aereo di linea ma un guasto fa precipitare il velivolo. Nonostante le sue condizioni, Whip realizza una manovra spericolata e riesce a salvare quasi tutti i passeggeri. Le analisi cliniche, però, rivelano il suo stato d’alterazione e finisce sotto processo. La domanda è: Whip è un eroe o un criminale?

Flight

Titolo originale: Flight
Genere: Drammatico
Regia: Robert Zemeckis
Interpreti: Denzel Washington, John Goodman, Kelly Reilly, Don Cheadle, Bruce Greenwood
Provenienza: USA
Durata: 138 min.
Casa di produzione: ImageMovers, Paramount Pictures, Parkes-MacDonald Productions
Distribuzione (Italia): Paramount Pictures
Data di uscita: 2 novembre 2012 (USA); 24 gennaio 2013 (Italia)


Dopo tre film consecutivi girati con la tecnica dell’animazione in motion capture, Robert Zemeckis, regista di pietre miliari quali Ritorno al Futuro, Chi ha incastrato Roger Rabbit e Forrest Gump, torna alla cara vecchia tecnica live tradizionale per raccontarci una vicenda straordinaria e intimista come lo era stato il suo Cast Away che pure partiva da un incidente aereo.

Il film, uscito in USA lo scorso novembre, ha ricevuto due nomination agli Oscar. Meritatissima quella a Denzel Washington, perfettamente calato nel ruolo del pilota intrappolato nella dipendenza da alcolici, logorato dalla separazione dalla moglie e, soprattutto, dal figlio. Un uomo che si trova a fare i conti con un dilemma morale: essere un falso eroe e salvarsi dal carcere infangando la reputazione di qualcun altro o affrontare la realtà dei fatti ed essere onesti, anzitutto con se stessi.

Washington si sobbarca gran parte del lavoro. Lo sostiene un buon cast, a cominciare dal grande, in tutti i sensi, John Goodman nel ruolo divertito e divertente del pusher che, purtroppo, ha solo un paio di scene. Molto più importante nelle dinamiche emotive è la tossica interpretata da Kelly Reilly che sparisce a metà film, in maniera giustificata ma troppo brusca e senza un epilogo appropriato.

Don Cheadle (War Machine in Iron Man 2 e 3) e Bruce Greenwood sono rispettivamente l’avvocato e il miglior amico del protagonista, nonché rappresentante dell’unione piloti, che cercano di tirare Whip fuori dai suoi guai legali. I due personaggi rappresentano, in maniera spietata, il cinismo e la disonestà che possono minare il sistema legale americano. Spazio nel finale anche ad una carismatica Melissa Leo in un ruolo però troppo funzionale.

La seconda nomination ricevuta dal film è per la sceneggiatura originale di John Gatins, forse non del tutto meritata. Nonostante la buona regia di Zemeckis, particolarmente spettacolare nella scena dell’incidente aereo, e il ritmo sostenuto della narrazione, il film finisce per essere né più né meno che una prevedibile vicenda di disintossicazione e riabilitazione dagli esiti piuttosto scontati. Il finale tuttavia regge abbastanza bene. Strutturalmente la pellicola ricorda proprio Cast Away, una storia non originalissima ma dalla morale avvincente. Malinconica la colonna sonora di Alan Silvestri, collaboratore di lunga data del regista.

Non è il miglior Zemeckis, non è un film all’altezza dei suoi capolavori ma la performance di Washington merita il prezzo del biglietto. Una riflessione edificante quanto basta, ma anche cruda e sincera, sulla natura umana, sull’onestà morale e intellettuale e sull’autentica libertà di anima e corpo.


Voto: 7,5

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