Non Aprite quella Porta 3D – Recensione in anteprima | AnimeMovieForever
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giovedì, 28 febbraio 2013 - 00:08

Non Aprite quella Porta 3D – Recensione in anteprima

Newt, Texas, agosto del 1973. Quattro studenti finiscono tra le grinfie della folle famiglia Sawyer. Tre di loro vengono uccisi dal folle Jedediah, detto Leatherface. Solo una ragazza riesce a fuggire. Gli abitanti di Newt decidono di farsi giustizia da soli e danno fuoco alla fattoria. L’unica superstite della famiglia Sawyer è una neonata che viene strappata dalle braccia della madre e adottata col nome di Heather Miller.

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Non aprite quella porta 3D

Titolo originale: Texas Chainsaw 3D
Genere: Horror
Regia: John Luessenhop
Interpreti: Alexandra Daddario, Dan Yeager, Trey Songz, Scott Eastwood, Tania Raymonde
Provenienza: USA
Durata: 92 min.
Casa di produzione: Lionsgate, Millennium Films, Nu Image, Twisted Chainsaw Pictures
Distribuzione (Italia): Moviemax
Data di uscita: 4 gennaio 2013 (USA), 28 febbraio 2013 (Italia)


Dopo i quattro capitoli della serie originale, un remake e un prequel, tocca a John Luessenhop proseguire la saga della famiglia Sawyer e di Leatherface, il folle omicida dalla maschera di cuoio armato di motosega, icona del cinema horror al pari di Freddy Krueger e Jason Voorhees. Questo nuovo episodio, però, vuol essere una sorta di reboot che nega tutti gli altri film della serie all’infuori dell’originale, l’inarrivabile Non aprite quella porta, diretto da Tobe Hooper e uscito nel 1974.

Heather, interpretata dalla bella Alexandra Daddario (Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo), cresce inconsapevole delle proprie origini finché non eredita la casa di famiglia. Accompagnata dal fidanzato e da un’altra coppia di amici, la protagonista si reca a Newt per scoprire la verità sulle sue radici e, tanto per aggiungere cliché a cliché, tirano su il consueto autostoppista.

Il film è un autentico disastro. Il rapporto tra i quattro amici viene costruito su una banale vicenda di corna che non avrà alcun peso nella storia perché spariranno tutti nel giro di mezz’ora. La trama si concentra soprattutto sull’indagine di Heather che impiega un’ora a scoprire quello che è già stato svelato al pubblico nel prologo a scapito di una già scarsa tensione.

Leatherface, infatti, spunta fin da subito a fare stragi con la sua motosega. Non c’è attesa, non c’è thrilling e tutto diventa molto prevedibile e poco realistico. Gli effetti splatter sono artigianali ma esigui e niente affatto spaventosi. Il 3D è perlopiù inutile, sfruttato male, con un paio di invenzioni da quattro soldi, tipo la lama della motosega che sembra uscire dallo schermo verso il pubblico con risultati più esilaranti che paurosi.

Ad irritare è soprattutto la rilettura di Leatherface, trasformato da folle mostro carnefice ad una sorta di antieroe per cui fare il tifo contro i veri cattivi della situazione. L’epilogo è involontariamente comico ed inattendibile e dovrebbe aprire ad un sequel che difficilmente vedrà la luce. Se il film doveva far ripartire il franchise è stato un clamoroso autogol. Maldestro ed inutile.


Voto: 4

Autore Articolo

- Reporter freelance, critico cinematografico e fumettistico, ambisco a lavorare per il Daily Planet.

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