­­­­­
­­­­­
sabato, 26 maggio 2012 - 21:14

Molto forte, incredibilmente vicino – Recensione

Sono passati più di dieci anni dal crollo delle Torri Gemelle, eppure la scena è ancora indelebile nella memoria collettiva. La paura, il dolore e la disperazione che ne sono derivati, non hanno ancora ricevuto una risposta, né hanno liberato quanti hanno perso qualcosa o qualcuno nel “giorno più brutto”.

1x1.trans

Molto forte, incredibilmente vicino

Titolo originale: Extremely Loud and Incredibly Close
Genere: Drammatico
Regia: Stephen Daldry
Interpreti: Tom Hanks, Sandra Bullock, Thomas Horn, Max von Sydow, Viola Davis, John Goodman
Provenienza: USA
Durata: 129 min.
Casa di produzione: Warner Bros., Paramount Pictures
Distribuzione (Italia): Warner Bros.
Data di uscita: 23 maggio 2012 (Italia)


Dopo Fahrenheit 9/11, Remember Me e World Trade Center, Hollywood torna a parlare della tragedia americana affidando a Stephen Daldry, il talentuoso regista di Billy Elliot, l’adattamento cinematografico di Molto forte, incredibilmente vicino, l’intenso ed emozionante romanzo di Jonathan Safran Foer.

Oskar Schell è un bambino di nove anni tanto intelligente quanto eccentrico ed ossessivo. Valorizzando al meglio le doti intellettuali del figlio, il padre Thomas organizza “spedizioni esplorative”, vere e proprie cacce al tesoro che portano il ragazzo a scoprire il mondo, pur rapportandovisi da lontano. Il giorno dell’attentato alle Torri Gemelle, Thomas si trova in uno degli edifici e, rimanendo vittima dell’eccidio, provoca la disperazione e l’isolamento totale di Oskar.

Quando rompe un vaso del padre e vi scopre una chiave misteriosa, il bambino inizia a cercare la porta che questa può aprire. L’unico indizio di cui dispone è la scritta “Black” sulla busta che la contiene e, così, a piedi, parte alla ricerca dei 472 Mr. e Mrs. Black che abitano a New York. Una spedizione lunga e complicata che, tra successi e delusioni, lo porterà a scoprire il vero senso della vita.

Con una storia così drammatica e coinvolgente, era difficile trovare il giusto equilibrio tra coinvolgimento e obiettività, evitando, dunque, di realizzare un’ “opera dal fazzoletto facile”. Nessuno meglio di Eric Roth, sceneggiatore di Forrest Gump, dunque, poteva occuparsi dell’elaborazione della storia, fedele al romanzo ma giustamente distante da eccessivi patetismi e sentimentalismi.

La figura del piccolo Oskar, quindi, viene privata delle sfaccettature ironiche e vivaci che, originariamente, lo caratterizzavano per esaltare la sua indole malinconica, sofferente e disperata. Il bambino, infatti, è il punto focale dell’intera narrazione, il personaggio chiave della storia, l’elemento di giunzione tra realtà e immaginazione. Le numerose soggettive acustiche e visive, le lunghe inquadrature sfocate, silenziose e appannate, rendono testimonianza del segreto amaro, doloroso e opprimente che l’esile protagonista è costretto a mantenere.

Un commovente Thomas Horn che, rapportandosi ad un profondo Max Von Sydow privato della parola, cerca di colmare la sua incolmabile (?) carenza d’affetto con la ricerca disperata di un ultimo, piccolo, legame con l’amore più grande della sua vita: suo padre.


Voto: 8

Autore Articolo

Lascia un commento

XHTML: Puoi usare queste tag HTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>


4 − = uno


Ricevi un avviso se ci sono nuovi commenti. Oppure iscriviti senza commentare.

Trailer