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venerdì, 16 agosto 2013 - 23:32

Monsters University – Recensione in anteprima


Mike Wazowski vuol diventare il più grande mostro spaventatore del mondo ma è incapace di far paura. James P. Sullivan è invece terribilmente spaventoso, proprio come suo padre, ma è troppo sicuro di sé. Mike e Sullivan si incontrano alla Monsters University e diventano subito rivali. Dopo aver involontariamente causato un incidente, però, i due vengono cacciati dalla facoltà. L’unico modo per essere riammessi è unire le forze con una confraternita di imbranati e vincere le gare di spavento universitarie.

Monsters University1

Monsters University

Titolo originale: Monsters University
Genere: Animazione – Commedia
Regia: Dan Scanlon
Interpreti (doppiatori): Billy Crystal, John Goodman, Steve Buscemi, Helen Mirren, Alfred Molina
Provenienza: USA
Durata: 104 min.
Casa di produzione: Pixar Animation Studios, Walt Disney Pictures
Distribuzione (Italia): Walt Disney Studios
Data di uscita: 21 giugno 2013 (USA), 21 agosto 2013 (Italia)


Dopo quel trittico di capolavori che sono stati WALL-E, Up e Toy Story 3, la Pixar, nell’ultimo periodo, ha tirato il freno a mano sfornando un pessimo Cars 2, di cui non si sentiva neppure il bisogno, ed un Brave godibile ma troppo convenzionale e disneyano. C’erano quindi dei timori per questo prequel di Monsters & Co., altro gioiello della casa di produzione di John Lasseter e soci, uscito nel 2001 con strepitoso riscontro di critica e pubblico. Il fatto stesso di andare a ripescare un vecchio franchise, come appunto con Cars, lasciava intendere che alla Pixar fossero a corto di idee.

Nonostante il risultato non sia eccezionale, invece, Monsters University è un prodotto delizioso nel quale, a lungo andare, sentimenti e personaggi riescono a trionfare sulle gag visive e su un concept di base non irresistibile. Alla regia esordisce Dan Scanlon che aveva finora diretto solo un cortometraggio e un documentario ma ha fatto parte, come animatore e storyboarder, dei team creativi di diverse produzioni Pixar.

L’avvio del film è forse la parte più debole e prevedibile, con Mike, il mostro monocolo verde doppiato in originale da Billy Crystal, che entra all’università intenzionato a diventare il più grande spaventatore del mondo. Poiché si tratta di un prequel, col senno di poi sappiamo già che non ci riuscirà. Scopriamo anche che lui e Sullivan, di nuovo con la voce di John Goodman, non sono sempre stati i compagnoni che abbiamo conosciuto nel primo film, anzi, all’inizio si detestano apertamente come il quarterback di successo con il nerd sfigato.

Piuttosto convenzionale anche la parte centrale della storia, con le gare di spavento nelle quali si devono cimentare. Gli esiti sono scontati e le prove stesse non sono altro che corse ad ostacoli o furti da eseguire in silenzio ma addobbati con qualche buona idea per renderle più originali. In particolare la sfida in biblioteca è davvero spassosa.

Proprio quando sembra che il film sia destinato ad un finale scontato, arriva un magistrale colpo di coda e gli sceneggiatori della Pixar si dimostrano ancora una volta superbi nel risolvere i protagonisti in modo onesto e convincente. Tutta la parte conclusiva della storia è bellissima e il rapporto tra Mike e Sullivan è sviluppato e approfondito a dovere senza scadere nella banalità.

Il livello d’animazione è altissimo come per tutti i prodotti Pixar e il 3D è integrato alla grande. I personaggi sono ben sfaccettati anche se il design di molti mostri è ripetitivo. Le gag comiche visive fanno sorridere più che ridere ma sono indicate per i bambini. Tra i doppiatori originali c’è il ritorno di Steve Buscemi nel ruolo del perfido Randall mentre Helen Mirren è l’Orrido Rettore Tritamarmo.

Seppur privo dell’originalità concettuale a cui ci aveva abituato la Pixar, il film presenta buoni sprazzi di ripresa, un ritorno alla narrativa basata più sull’autenticità dei sentimenti che sulla glassa del pur eccellente spettacolo visivo. Non un capolavoro ma funziona bene.


Voto: 7


About

Reporter freelance, critico cinematografico e fumettistico, ambisco a lavorare per il Daily Planet.
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