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martedì, 2 luglio 2013 - 22:27

The Lone Ranger – Recensione in anteprima

Sulle tracce di una banda di fuorilegge guidati dal perfido Butch Cavendish, una posse di sei ranger cade in un agguato e viene sterminata. L’unico superstite è John Reid, uomo di legge e damerino imbranato, che ha perso suo fratello maggiore nello scontro a fuoco. Coadiuvato dall’indiano Tonto, John decide di fare giustizia indossando una maschera e diventando il Ranger Solitario.

The Lone Ranger

The Lone Ranger

Titolo originale: The Lone Ranger
Genere: Western – Avventura
Regia: Gore Verbinski
Interpreti: Armie Hammer, Johnny Depp, Helena Bonham Carter, Tom Wilkinson, William Fichtner
Provenienza: USA
Durata: 149 min.
Casa di produzione: Walt Disney Pictures, Jerry Bruckheimer Films, Blind Wink Productions, Classic Media, Infinitum Nihil, Silver Bullet Productions
Distribuzione (Italia): Walt Disney Pictures
Data di uscita: 3 luglio 2013


Poco noto in Italia dov’è stato ribattezzato Il Cavaliere Solitario, The Lone Ranger è un’autentica icona dell’immaginario western a stelle e strisce, esponente di rilievo della lunga famiglia di giustizieri mascherati, erede di Zorro e precursore di eroi come Green Hornet e Batman. Il personaggio nasce nel ’33 come protagonista di un serial radiofonico di grande successo prima di intraprendere una lunga vita multimediale fatta di serie tv, film, serie animate e fumetti.

Bisogna riconoscere che la Disney ha avuto coraggio ad investire di nuovo su un franchising datato e quasi desueto come già fatto con Tron Legacy e John Carter, entrambi flop ed entrambi sottovalutati. Anche stavolta le prospettive non sono delle migliori. Nei sondaggi sui film più attesi dell’estate, The Lone Ranger figura agli ultimissimi posti. La pellicola ha avuto svariati problemi di produzione e l’uscita ha subito diversi rinvii.

Dopo il successo dei primi tre film de I Pirati dei Caraibi, il produttore Jerry Bruckheimer, Re Mida di Hollywood, torna ad affiancare il regista Gore Verbinski che aveva già calcato le strade del vecchio west con l’eccentrico ma bellissimo film d’animazione Rango, vincitore dell’Oscar. Ha destato fin da subito qualche perplessità la scelta dei due attori protagonisti. Un Armie Hammer poco noto ma talentuoso, col volto giusto da ragazzone ingenuo, è il Ranger Solitario mentre un Johnny Depp che non ha bisogno di presentazioni è l’indiano Tonto. La sensazione, naturalmente, era che la spalla potesse rubare spazio all’eroe principale.

In effetti, Depp ha lavorato per emancipare Tonto e togliergli di dosso tutti gli stereotipi relativi agli indiani d’America rendendolo un personaggio più sfaccettato, approfondito ed importante rispetto all’originale ma senza nulla togliere al percorso narrativo di John Reid e alla sua transizione da avvocato a fuorilegge. Alla lunga può infastidire l’atteggiamento maldestro di Reid che tarda a diventare l’eroe che tutti aspettiamo. La vera trasformazione, magari un po’ tirata per i capelli, arriva nel finale con la sua presa di coscienza nei confronti di un sistema corrotto. Hammer e Depp trovano una perfetta alchimia e non si tratta più dell’eroe e del suo compagno ma di due co-protagonisti alla pari.

Davvero risicata la presenza di Helena Bonham Carter nel ruolo di una maitresse con una gamba di legno che nasconde un’arma da fuoco, unico elemento postmoderno del film che non scade quindi nella baracconata kitsch alla Wild Wild West. La vera protagonista femminile è l’attrice britannica Ruth Wilson, cognata di John Reid col quale intercorre una certa tensione sentimentale. William Fichtner, noto caratterista che interpreterà Shredder nel nuovo film sulle Tartarughe Ninja, si concede solo qualche piccolo vezzo nella caratterizzazione di un Butch Cavendish spietato e riuscito. Molto bene anche Tom Wilkinson, il Falcone di Batman Begins, nel ruolo di Latham Cole, politico e costruttore della ferrovia attorno alla quale ruota la trama.

Sotto l’egida Disney, c’era il rischio che la rilettura del mito del Ranger Solitario scadesse perlopiù in burletta come sta accadendo con i supereroi Marvel. In effetti, la componente comica è marcata ma perfettamente controbilanciata da momenti drammatici e violenti al punto giusto. Certo, c’è qualche gag troppo sopra le righe, addirittura demenziale, soprattutto per quanto riguarda il leggendario cavallo Silver che, a tratti, pare il Jolly Jumper di Lucky Luke. Lo vediamo bere birra direttamente dalla bottiglia e ruttare o salire su un albero con un cappello in testa. Ma si tratta di parentesi brevi e limitate.

Tutti i fans del Ranger Solitario guarderanno il film in attesa della grande scena d’azione finale accompagnata da L’Ouverture del Guglielmo Tell di Gioacchino Rossini, da sempre tema rappresentativo dell’eroe mascherato qui riarrangiato da Hans Zimmer, immancabile collaboratore di Verbinski. La sequenza, come pure quella iniziale, si svolge a bordo di un treno che sta diventando uno scenario forse troppo abusato nei film di genere, basti pensare a Mission: Impossible, Batman Begins, Priest o La Leggenda del Cacciatore di Vampiri, tanto per citarne alcuni. La scena è esaltante, epica, emozionante, ricchissima di gag d’azione inverosimili com’è giusto che sia in omaggio ai vecchi serial cinematografici e ripaga da sola del prezzo del biglietto.

Il film si dilunga troppo nella parte centrale e difficilmente riuscirà a trattenere in sala un pubblico di bambini ma regala momenti di grande cinema con interpretazioni di ottimo livello. Probabilmente sarà un flop ma, se là fuori c’è qualche nostalgico del Ranger Solitario e dei cari, vecchi, ingenui film d’avventura si divertirà.


Voto: 7

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Autore Articolo

Reporter freelance, critico cinematografico e fumettistico, ambisco a lavorare per il Daily Planet.
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