Hitchcock – Recensione in anteprima
Hollywood, 1959. Dopo il successo di Intrigo Internazionale, Alfred Hitchcock è deciso a trasporre Psycho, romanzo di Robert Bloch basato sugli omicidi del folle Ed Gein. A causa delle spinose tematiche trattate, i produttori si oppongono alla realizzazione del film. Hitchcock decide allora di autofinanziarlo rischiando la bancarotta. A sostenerlo nella sua impresa c’è sempre la leale moglie Alma Reville, ma gelosia e paranoia sono in agguato.

Hitchcock
Titolo originale: Hitchcock
Genere: Biografico, Drammatico
Regia: Sacha Gervasi
Interpreti: Anthony Hopkins, Helen Mirren, Scarlett Johansson, Jessica Biel
Provenienza: USA
Durata: 98 min.
Casa di produzione: Fox Searchlight Pictures, Cold Spring Pictures, Montecity Picture Company
Distribuzione (Italia): 20th Century Fox
Data di uscita: 14 dicembre 2012 (USA), 4 aprile 2013 (Italia)
Tratto da Come Hitchcock ha realizzato Psycho, saggio di Stephen Rebello, il film è diretto dall’inglese Sacha Gervasi, giornalista, regista del pluripremiato documentario La vera storia degli Anvil e sceneggiatore di The Terminal, commedia di Steven Spielberg basata su fatti reali. Proprio come Spielberg ha raccontato Lincoln non con un biopic bensì concentrandosi sul momento più importante della sua carriera presidenziale, Gervasi decide di fotografare Hitchcock alle prese con la sua sfida registica più grande. Psycho è tutt’oggi il film più iconico dell’autore e il suo maggior successo commerciale che gli valse quattro nomination agli Oscar generando tre sequel, un remake, il film tv spin-off Bates Motel e l’omonima serie tv prequel attualmente in onda in USA.
Le protesi facciali non limitano affatto la performance di Anthony Hopkins nel ruolo del celebre maestro della suspense col quale condivide le iniziali. L’attore scava, fin dove gli è possibile, nella sfera più intima di Hitchcock tratteggiando un personaggio cinico, sarcastico, insicuro, paranoico verso la moglie, voyeuristico nei confronti delle bellissime attrici che lo circondano. In questo caso si tratta di Scarlett Johansson che fa il minimo sindacale nel ruolo di Janet Leigh, nominata all’Oscar per Psycho, mentre Jessica Biel presta il volto a Vera Miles in quello che risulta poco più di un cameo.
La vera protagonista femminile è Helen Mirren nel ruolo della grintosa Alma Reville che dimostra una volta ancora come dietro ogni grande uomo ci sia una grande donna. Il film, infatti, pone l’accento soprattutto sulla vita coniugale di Hitchcock, un vincolo fondamentale per i successi cinematografici ottenuti dal regista. Un rapporto che va in crisi quando lui la sospetta di adulterio con lo sceneggiatore donnaiolo Whitfield Cook.
“Il dramma è la vita con le parti noiose tagliate” è uno degli aforismi più celebri di Hitchcock e Gervasi pare averne fatto tesoro realizzando un film asciutto ed immediato che risente però di uno stile a tratti troppo documentaristico, inerente ai fatti reali ma non privo di licenze come le allucinate apparizioni dell’assassino Ed Gain a simboleggiare il disagio psicologico di Hitchcock.
Uno dei momenti più memorabili è la realizzazione della famosa scena della doccia e la reazione del pubblico e del protagonista stesso quando viene mostrata in sala. Tra le trovate registiche che rendono omaggio all’icona Hitchcock, svariate inquadrature che lo vedono nella caratteristica posa di profilo e il dialogo diretto col pubblico in apertura e in chiusura del film come faceva negli episodi delle sue serie tv. Per un omaggio al genio del macabro, la colonna sonora non poteva che essere di Danny Elfman, re della musica dark, che riarrangia qui la celebre Marcia funebre per una marionetta divenuto il tema identificativo di Hitchcock.
Il film ha delle cadute di tono, il senno di poi dello spettatore lo rende fin troppo prevedibile e finisce per somigliare a qualche piatta docu-fiction televisiva nostrana. Viene però sostenuto e salvato dalle interpretazioni di Hopkins e della Mirren che valgono il prezzo del biglietto e aiuta a comprendere meglio le fragilità nascoste nell’artista e nel mito che rappresenta.