Recensione: Captain America Il Primo Vendicatore – Anteprima
Captain America: Il Primo Vendicatore
Regia: Joe Johnston
Interpreti: Chris Evans, Hugo Weaving, Tommy Lee Jones, Stanley Tucci, Hayley Atwell.
Provenienza: USA
Durata: 124 min.
Distribuzione: Universal Pictures
Recensione
Durante la seconda guerra mondiale, il gracile e cagionevole Steve Rogers, desideroso di andare al fronte, si sottopone ad un esperimento che lo trasforma in un super-soldato. Nasce così Capitan America, il supereroe icona dell’impegno e del trionfo a stelle e strisce nel conflitto bellico contro la minaccia nazista. Come viene raccontato nel fumetto originale, alla fine della guerra, nel vittorioso tentativo di impedire la distruzione di Londra, Capitan America finisce nell’Atlantico dove resta ibernato fino ai giorni nostri, quando viene recuperato dai Vendicatori.
Ecco, appunto. I giorni nostri. Cos’accadrebbe se Capitan America si svegliasse negli Stati Uniti di oggi, nel mondo post-11 settembre? Forse andrebbe a trovare qualche suo commilitone ormai anziano che gli racconterebbe del Vietnam, del Watergate, dell’Iraq, di Guantanamo e di ogni altro evento che ha minato la fiducia del popolo americano nelle proprie istituzioni. In un batter di ciglia, il buon Steve Rogers, rappresentante più genuino dell’american way, passerebbe dalla gloria del trionfo sulle forze dell’Asse all’avvilimento di un’America disillusa e ferita. Restituire al popolo l’orgoglio della propria appartenenza sarebbe senz’altro la sfida più ardua che il supereroe creato da Joe Simon e Jack Kirby si troverebbe ad affrontare.
Tematiche interessanti, pure affrontate in modo più o meno indiretto negli albi di Capitan America, ma, ahimé, totalmente assenti in quest’attesa trasposizione firmata da Joe Johnston, onesto mestierante, premio Oscar per gli effetti speciali de I predatori dell’Arca perduta e autore di prodotti senza infamia e senza lode come Jumanji, Jurassic park 3 o Wolfman. Si tratta purtroppo dell’ennesimo, puerile giocattolone Marvel, quinto tassello del progetto Vendicatori dopo i due Iron-Man, L’incredibile Hulk e Thor.
Tranne il prologo e l’epilogo, il film è completamente ambientato durante la seconda guerra mondiale con una ricostruzione storica stilizzata da un’eccessiva contaminazione retro-futuristica in un incrocio kitsch tra Sky captain and the world of tomorrow, G.I. Joe ed un pizzico di Star wars, nel quale Johnston lavorò come designer e direttore artistico degli effetti visivi. Da notare che anche il primo cinecomic del regista, Rocketeer, aveva la stessa ambientazione e qualche elemento estetico della medesima concezione, ma presentati in modo molto più contenuto, realistico ed elegante.
Steve Rogers è interpretato da un inespressivo Chris Evans, ormai esperto delle trasposizioni fumettistiche dopo i due Fantastici 4, The losers e Scott Pilgrim. Ridotto pelle e ossa dagli effetti digitali per la prima parte del film, gli viene poi somministrato il siero del super-soldato dal dr. Erskine, un sempre straordinario Stanley Tucci, il migliore del cast, assolutamente sprecato per questo film, il suo secondo cinecomic dopo Era mio padre. Steve deve indossare dapprima il costume di Capitan America in versione calzamaglia classica come mezzo di propaganda, mentre la poco convincente tenuta da combattimento vera e propria somiglia più che altro a una tenuta da rugby.
Gli alleati dell’eroe sono tutti monodimensionali, banali e poco approfonditi. Tommy Lee Jones, veterano anche lui dei cinecomics con i Men in black e Batman forever, è un colonnello Chester Phillips sopra le righe con troppe battute comiche e uno spessore drammatico pressoché nullo. La bella di turno è Hayley Atwell, che presta il volto a Peggy Carter, superiore di Steve nonché pretesto per risvolti sentimentali prevedibili. Bucky Barnes, storica spalla di Capitan America, è interpretato dal misconosciuto Sebastian Stan ed è chiaramente spinto a forza nel film solo per obbligo di fedeltà verso il materiale originale. Tanto per infoltire la lista dei reduci dai cinecomics, Dominic Cooper (La vera storia di Jack lo squartatore e Tamara Drewe) è Howard Stark, padre di Tony-Iron Man, ennesimo capitolo di una saga familiare che inizia a farsi invadente in questo filone Marvel.
Non va meglio per quel che riguarda i cattivi. Nel ruolo dell’arcinemesi nazista Teschio Rosso è stato scelto il grande Hugo Weaving dopo aver dimostrato di poter tirar fuori una grande interpretazione anche con una maschera sul volto in V for Vendetta, dalla graphic novel di Alan Moore. Si tratta però qui del solito cattivo egomaniaco che vuole conquistare il mondo con l’ausilio del Cubo Cosmico ed intende sfidare Hitler creando una sua organizzazione, l’Hydra che i Marvel-fans conoscono bene, affiancato dallo scienziato Arnim Zola, più realistico rispetto al fumetto ed interpretato dal bravo Toby Jones che ritroveremo nel Tintin di Spielberg.
La storia va dalla A alla B senza riservare acuti. Il 3-D raffazzonato in post-produzione non è così male come ci si potrebbe aspettare ma al servizio di scene d’azione brutte, ripetetive e senza inventiva, anche se contraddistinte da una violenza inedita in per le pellicole Marvel. Come in G.I. Joe, il materiale poco epico non è stato d’ispirazione per Alan Silvestri che firma una colonna sonora poco incisiva. Immancabile la scena finale con Samuel L. Jackson nel ruolo di Nick Fury, stavolta prima dei titoli di coda. Nelle mani della Disney, la Marvel riesce ormai a tirar fuori solo meri prodotti commerciali per bambini.
Secondo me hai visto un altro film………
Noi adulti abbiamo visto un film. I bambini ne hanno visto un altro.
Concordo parzialmente con Dell’Unto, che a mio parere è stato fin troppo bonario nel suo giudizio.
Bel film fino all’iniezione del/dei super-siero, poi una noia mortale… almeno si fossero viste qualche “scosciature in più”… che magari sia gli adulti che i bambini avrebbero potuto apprezzare con comune soddisfazione ;)
Riccardo, intanto chiamami Stefano, non stiamo a formalizzarci. Troppo bonario? Il film fa schifo. Più di così non saprei che dire. Io e gli altri colleghi siamo usciti dall’anteprima sghignazzando e sbeffeggiando ogni singola scena del film. A distanza di due settimane, su Facebook, ancora prendiamo a pesci in faccia la scena in cui Steve Rogers si butta sulla bomba a mano finta. Non sapevamo se ridere o piangere. Gli ho dato un 4,5 per rispetto a Johnston e ad Alan Silvestri (anche se stavolta la colonna sonora sembra un incrocio tra Salvate il soldato Ryan e Scuola di polizia). Christopher Nolan ha dimostrato che si possono fare grandissimi film epici senza scosciature o ironia infantile. (te lo vedi Christian Bale che si butta sulla bomba a mano finta?) Estate terribile per i cinecomics, con Green Lantern e Cowboys & aliens oltre a Cap. Si salvano solo gli X-Men.
Heilà Stefano, grazie della risposta al commento, fa piacere chiacchierare su interessi comuni quali fumetti e film con anime affini (un piacere che ormai mi ritaglio sempre più raramente causa pigrizia, lavoro e letture).
Circa la scena della bomba a mano direi che “ci potrebbe stare”, tieni conto che Capitan America rappresenta l’anima migliore ed idealizzata dell’America, e piuttosto che mettere in pericolo altri scagliandola da qualche parte con quei braccini… ha fatto la scelta “eroica e un po’ tontolona” che ci si poteva anche attendere.
Il film è indubbiamente una schifezza, ma secondo me non è il segno che Marvel da quando è passata a Disney non riesce a fare che prodotti per bambini, X-men First Class e il Thor di Straczynski e Branagh mi sono piaciuti, ma il segno che purtroppo i registi e gli sceneggiatori non sono sempre scelti in base a meritocrazia (neppure negli USA).
Se non sbaglio, correggimi pure, il regista di quell’obbrobrio di Daredevil ha poi fatto anche il seguito di F4.. mi spieghi che razionalità ci sarà mai stata dietro ad una scelta del genere? (ed è solo un esempio a caso).
Un saluto,
Riccardo
No, il regista di Daredevil, Mark Steven Johnson, ha fatto Ghost Rider. I due F4 erano di Tim Story. Facevano schifo tutti comunque. La saga degli X-men non è roba dei Marvel Studios, la saga dei Vendicatori sì. E Thor era più decente perché c’era Branagh alla regia ed ha già annunciato che non farà il sequel. Non discuto la reazione eroica di Rogers alla bomba finta ma proprio l’idea di base della scena che è ingenua e banale.
Grazie per le info…
Speriamo a questo punto in Whedon, quando ripenso a Firefly mi viene amarezza.
Recensione penosa.
Grazie per l’esaustiva argomentazione, Chiara. Quel che si dice un dialogo costruttivo… Sembri simpatica.
Non condivido la recensione.
Ho trovato il film un buon prodotto di intrattenimento per almeno 3/4 (diciamo fino al salvataggio della truppa di Bucky).
La storia forse è troppo ingenua e semplice da seguire (soprattutto per chi conosce già il personaggio), ma rende l’idea.
Evans non adatto più per ragioni “estetiche” che di interpretazione.
Ho come l’impressione che qualunque approccio non totalmente drammatico in un film di supereroi venga castigato, si prende sempre come esempio il film di Nolan che ha un target completamente differente e che certo non poteva essere apprezzato dai teen-ager come ad esempio Iron Man.
La Disney fa soprattutto film di intrattenimento ed i supereroi sono perfetti per questo perché nascono principalmente per divertire.
Bah, definirlo una schifezza mi sembra un po esagerato. E’ un film per un determinato pubblico (per ragioni ovviamente commerciali il più vasto possibile)e da questo punto mi sembra che abbia raggiunto il suo scopo. Certo si poteva fare un film più maturo e cupo, che parlasse dei conflitti e delle contraddizioni della cultura america, della guerra e della sua barbarie e via discorrendo. Ma non credo che si sarebbe chiamato più Captain America. Insomma penso sia un film di puro intrattenimento. Anzi se devo essere sincero le scene di azione sono quelle che mi hanno convinto meno nella seconda parte, invece mi è piaciuta tanto la forografia seppia e le ambientanzioni pseudo-nutech per l’epoca. Ovviamente questa è solo la mia onesta opinione. G.