I Am Alive – Recensione
Un survival dove non è solo l’ambientazione ad essere catastrofica…
I Am Alive
Console: Xbox 360, PS3
Genere: Survival, Action
Sviluppatore: Ubisoft
Publisher: Ubisoft
Numero Giocatori: 1
Data d’uscita italiana: 07/03/2012 (Xbox Live), TBA (PS3)
Pegi: 18
Prezzo: 1200 MP – SOLO ONLINE
Adam Collins è un povero sopravvissuto ad uno dei maggiori disastri naturali di sempre. La sua città, l’immaginaria Haventon, è stata devastata da un terremoto e Adam, ad un anno di distanza, si mette alla ricerca di moglie e figlia.
Ma Haventon è un covo di loschi figuri e poveri disgraziati e sta a noi aiutare il protagonista a sistemare i primi e aiutare i secondi.
La trama, appetibile e piena di sviluppi su carta, in realtà è un timido espediente per invogliarci a prendere parte al gioco della sopravvivenza. Adam è un ottimo scalatore, anche se non ai livelli di un certo assassino sempre di Ubisoftiana memoria, è non gli mancano le occasioni di mettersi in mostra.
E’ chiaro sin da subito che il nostro scopo è di arrampicarci sugli enormi palazzi fatiscenti, ma con grossi limiti. Arrampicandoci e correndo si scarica infatti la barra della stamina, che ovviamente si ricarica quando ci riposiamo coi piedi per terra o appesi a qualche gancio. Ecco il primo problema. Se è vero che Adam si affatica facendo azioni come correre o saltare, è anche vero che siamo costretti a compiere queste azioni senza poterci fermare a riflettere. Ogni arrampicata è quindi un gioco di fortuna che consiste nell’imbroccare la strada giusta prima che la barra di stamina si esaurisca. Quando questo accade, abbiamo ancora qualche secondo prima di cadere nel vuoto durante il quale possiamo fare un ultimo sforzo che ci costerà l’abbassamento del limite massimo della stamina.
Di tanto in tanto avremo anche modo di confrontarci coi superstiti malefici. Visto che saremo armati di una semplice arma bianca e di una pistola scarica, dovremo ricorrere all’astuzia per uscirne vivi. Vi faccio l’esempio di un combattimento tipo. Giriamo allegramente per le rovine di un palazzo quando si avvicinano tre loschi figuri intenzionati a portarci via quel niente che abbiamo addosso. Alziamo le mani in segno di resa e facciamo avvicinare il primo solo per poi sgozzarlo col machete multiuso che teniamo nascosto dietro la schiena. Allora estraiamo la pistola con un solo colpo in canna (se siamo fortunati) e uccidiamo il secondo. Puntando la pistola scarica verso il terzo, lo intimiamo ad arretrare per poi colpirlo con un calcio facendolo capicollare giù dal balcone. Sembra appagante, vero? Assolutamente no. Tutto è fin troppo meccanico e i nemici hanno la memoria breve. Se ne minacciamo uno per poi abbassare la pistola, questo parte alla carica e si ferma appena la rialziamo come se avesse dimenticato chi è che comanda, senza considerare il fatto che, se arretrano sotto minaccia, non si rendono conto di essere a pochi passi da un baratro. In più non è possibile combattere all’arma bianca quando si affronta più di un avversario perché si finirebbe massacrati dagli altri.
I superstiti buoni invece vi chiederanno aiuto e medikit in cambio dei quali vi doneranno vite extra. Aiutarli è per lo più facoltativo, ma sentirli cianciare delle loro esperienze aiuta un po’ con l’atmosfera.
Graficamente il gioco delude parecchio. E’ vero che l’ambientazione è affascinante, ma la polvere che fluttua nell’aria è un fin troppo evidente escamotage per ridurre il campo visivo e non far affaticare il motore grafico.
Il comparto audio non è malvagio, ma ho trovato veramente irritante un aspetto. Consumando la stamina, ad esempio correndo, parte una base che cresce man mano che la barra scende. Ecco, questo mi ha costretto a camminare e scattare per la maggior parte del tempo. E’ fastidiosissimo cominciare a correre per poi sentire una base che scema immediatamente quando ci si ferma.
Altro aspetto negativo è l’ottusità fisica di Adam. Sarà pure un grande scalatore, non lo metto in dubbio, ma perché, se può arrampicarsi nelle trombe degli ascensori, non riesce a scavalcare una sedia in un parcheggio (che, detto tra noi, probabilmente è inchiodata al suolo)? Ormai ci sia aspetta che si possa fare un po’ tutto in questo genere di giochi, ma il motore fisico per gli oggetti a quanto pare non esiste.
Ma la vera nota dolente sono i controlli. I combattimenti sono tutti forzatissimi ed è impossibile vincere se non facendo come suggerito dalla CPU. Ma in alcuni frangenti arrampicarsi, che è l’elemento chiave del gioco, diventa quasi impossibile. Sembra che Adam non riesca a concludere un’arrampicata se non lo posizioniamo precisamente nel punto che vuole lui e capita di fare avanti e indietro appesi al bordo di un cornicione. Il tutto mentre la stamina continua impietosamente a scendere!
Ottime le premesse, pessima la realizzazione. Un vero peccato per un gioco che poteva fare tanto ma, a conti fatti, offre troppo poco.
Voto: 5