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mercoledì, 5 giugno 2013 - 16:04

After Earth – Recensione in anteprima

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Sono trascorsi mille anni da quando la Terra è divenuta inabitabile in seguito ad una serie di cataclismi. L’umanità ha abbandonato il pianeta e si è trasferita su Nova Prime dove ha dovuto affrontare gli alieni Skrel e i loro Ursa, letali creature concepite geneticamente per la guerra e in grado di individuare il nemico annusandone i feromoni della paura. L’unico in grado di affrontarli e sconfiggerli è stato Cypher Raige, generale degli United Ranger Corps, freddo e distaccato. Ansioso di seguirne le orme, suo figlio Kitai cerca di diventare un Ranger comportandosi in maniera avventata.

after earth poster italiano

After Earth

Titolo originale: After Earth
Genere: Fantascienza
Regia: M. Night Shyamalan
Interpreti: Will Smith, Jaden Smith, Sophie Okonedo, Zoe Kravitz
Provenienza: USA
Durata: 100 min.
Casa di produzione: Columbia Pictures, Overbrook Entertainment, Blinding Edge Pictures
Distribuzione (Italia): Warner Bros.
Data di uscita: 31 maggio 2013 (USA), 6 giugno 2013 (Italia)


Dopo i passi falsi di Lady in The Water, E Venne il Giorno e L’Ultimo Dominatore dell’Aria, il regista americo-indiano M. Night Shyamalan, salito alla ribalta come virtuoso del thrilling in salsa fantastica con grande attenzione nell’approfondimento dei personaggi, ci riprova con un prodotto di fantascienza pura che punta su Will Smith e suo figlio Jaden sia per far presa sul pubblico che per tentare di sviluppare in maniera più coinvolgente il rapporto conflittuale tra i due protagonisti.

Non solo il giovanissimo Kitai è stritolato dall’ansia di essere all’altezza del padre ma pensa di averlo deluso ritenendosi colpevole per la morte della sorella. Nel tentativo di riconciliarsi, i due intraprendono insieme una semplice missione di supervisione ma la loro nave è costretta ad un atterraggio di fortuna sulla Terra ormai tornata allo stato selvaggio con una fauna evoluta e pericolosa. Guarda un po’, Cypher e Kitai sono gli unici superstiti dell’incidente. L’uomo, però, è gravemente ferito e il figlio deve attraversare una vasta e ostile zona boscosa per raggiungere una sezione della nave distrutta e chiamare aiuto.

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Il concept del film, ideato dallo stesso Will Smith, ha le sue potenzialità. Il padre che invia il figlio ad affrontare i pericoli del mondo esterno seguendolo e guidandolo passo per passo, quasi come se fosse il suo avatar, non è solo un’evidente metafora del distacco dal nido ma anche un modo nel quale i due protagonisti possono vedere la realtà l’uno con gli occhi dell’altro arrivando ad empatizzare.

Purtroppo viene sviluppato tutto in maniera noiosa e prevedibile e chi non riesce ad empatizzare con i due protagonisti è il pubblico. Jaden Smith è antipatico e approssimativo nella recitazione ed è difficile fare il tifo per lui. Will Smith, che ci ha abituato al ruolo dell’eroe simpaticone, qui è più glaciale di Spock in Star Trek. Il distacco emotivo è richiesto dal ruolo ma raggiunge vette disumane poco credibili.

Il film si trascina tra effetti digitali di quart’ordine, un’evoluzione dei personaggi scontata e insoddisfacente, dialoghi triti e ritriti tra padre e figlio, scene d’azione con poca inventiva e un lieto fine smielato per compiacere le famigliole che andranno a vedere il film. Oltretutto alcuni risvolti sono disonesti, pretestuosi e tirati per i capelli e finiscono per irritare lo spettatore.

La filosofia secondo cui “il pericolo è reale, la paura è una scelta” è trattata in maniera quantomeno discutibile. Ne sa qualcosa Christopher Nolan con la sua trilogia del Cavaliere Oscuro nella quale ha espresso, in maniera molto più convincente, come la paura sia qualcosa che ci tiene in vita, un propellente da tramutare in coraggio e non una semplice emozione da ignorare e senza la quale saremmo solo degli automi senz’anima.


Voto: 4


Autore Articolo

Reporter freelance, critico cinematografico e fumettistico, ambisco a lavorare per il Daily Planet.
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