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giovedì, 3 maggio 2012 - 17:13

Hunger Games – Recensione

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In un futuro distopico, Capitol, una grande metropoli dittatoriale nordamericana, costringe alla fame dodici Distretti e ne mantiene il controllo scegliendo annualmente da ciascuno un ragazzo e una ragazza per costringerli a combattere fino alla morte in un brutale reality show, monito affinché la rivolta stroncata nel sangue avvenuta anni prima non abbia a ripetersi. Sono gli Hunger Games.

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Titolo originale: The Hunger Games
Genere: Fantascienza
Regia: Gary Ross
Interpreti: Jennifer Lawrence, Josh Hutcherson, Woody Harrelson, Elizabeth Banks, Stanley Tucci, Donald Sutherland.
Provenienza: USA
Durata: 142 min.
Casa di produzione: Lionsgate, Color Force
Distribuzione (Italia): Warner Bros.
Data di uscita: 1 maggio 2012 (Italia), 23 marzo 2012 (USA)


Dopo il successo strepitoso registrato in USA, incassando oltre 350 milioni di dollari, arriva anche in Italia la fedele trasposizione cinematografica del romanzo di fantascienza di Suzanne Collins, primo capitolo di una trilogia il cui ultimo volume uscirà questo mese nel nostro paese. Il concept del reality show nel quale si mette in gioco la propria vita non è certo una novità, basti pensare a film quali L’implacabile, tratto da un romanzo di Stephen King, Rollerball, Gamer o il giapponese Battle Royale, anche in questo caso trasposizione del romanzo omonimo che ha alcuni punti in comune con la saga della Collins.

Gary Ross, regista, tra l’altro, di Pleasantville, Seabiscuit e del film d’animazione Le Avventure del Topino Desperaux, dirige qui una pellicola già additata come nuovo fenomeno per teenager, più precisamente per “le” teenager, sull’impronta di Twilight. Se, nella serie sui giovani vampiri, l’horror è un puro pretesto per presentare storie sentimentali con dinamiche e tematiche giovanili, così Hunger Games propone una storia estremamente prevedibile nella quale tutto è studiato alla perfezione per solleticare la sensibilità adolescenziale femminile.

La protagonista stessa è un modello perfettino di giovane eroina. Interpretata dalla brava Jennifer Lawrence, apprezzata in X-Men: L’inizio nel ruolo di Mystica, Katniss è bella, tosta, tiratrice infallibile con l’arco, e prende sempre la decisione più giusta e ammirevole, a cominciare dalla sua scelta di offrirsi volontaria per i giochi sostituendosi così alla sorellina. Peeta, il ragazzo che viene sorteggiato con lei, guarda un po’ ne è innamorato. Da qui le solite tribolazioni romantiche. Lei non lo ama. O forse sì. O magari no. E di mezzo c’è un altro fusto, Liam Hemsworth, fratello del più celebre Chris, il Thor della Marvel in questi giorni nelle sale con I Vendicatori.

I concorrenti vengono condotti a Capitol dove tutto denota un’estetica opulenta e barocca volutamente kitsch con ovvie contaminazioni da Roma imperiale e qualche elemento di fantascienza retrò. Le divise dei poliziotti ricordano film come Fahrenheit 451 e L’uomo che fuggì dal futuro di George Lucas. Elizabeth Banks è l’antipatica escort di Katniss e Peeta che vengono preparati alla competizione da un superstite dei giochi, uno strepitoso Woody Harrelson in versione alcolizzato. Nientemeno che Lenny Kravitz è lo stilista che mette addosso alla protagonista un abitino da Barbie letteralmente fiammeggiante.

Tra i cattivi troviamo il magistrale Donald Sutherland, glaciale presidente della nazione. L’organizzatore dei giochi è un Wes Bentley abbastanza anonimo e già in veste di villain sia in Jonah Hex che in Ghost Rider. Presentatore e telecronista del reality è un istrionico e vezzoso Stanley Tucci affiancato da un più dimesso Toby Jones. Curiosamente i due attori hanno interpretato rispettivamente lo scienziato buono, Erskine, e lo scienziato cattivo, Zola, in Captain America. Gli altri concorrenti della competizione sono prevedibilmente i soliti fighetti arroganti per cui si tifa contro tra cui si segnala la presenza di Jack Quaid, figlio di Dennis Quaid e Meg Ryan.

La componente fantascientifica è molto contenuta e mai invadente. Nonostante lo scontro tra i ragazzi venga messo sullo schermo senza risparmiarci spietate cacce all’uomo e carneficine, la cruenza visiva è ridotta ai minimi termini per non turbare le giovani platee. Il regista ricorre all’espediente dell’handycam per conferire realismo alle sequenze e al contempo renderle abbastanza agitate da nascondere i momenti più sanguinosi.

La storia, seppur scontata, regge bene avanzando tra sentimentalismo e qualche ingenuità. Salta fuori una bambina che soccorre Katniss ed eccole tenerissime a dormire abbracciate strette strette e a comunicare attraverso il canto degli uccelli. Peeta riesce invece a camuffarsi con l’ambiente circostante neanche avesse a disposizione gli strumenti da make-up artist della ILM o della Weta Workshop. La presa che i protagonisti hanno sul pubblico e i susseguenti risvolti sono troppo forzosi e poco credibili. Il finale è compiacente e l’epilogo lascia tutto aperto suscitando più curiosità sulla storia d’amore che su una vicenda politica abbastanza banale.

Hollywood sembra aver trovato la nuova gallina dalle uova d’oro per quel che riguarda il filone young adult. E’ un prodotto destinato in special modo alle ragazzine e, in questo senso, funziona come una macchina. Gli altri stiano alla larga. Ruffianissimo.


Voto: 6


Autore Articolo

Reporter freelance, critico cinematografico e fumettistico, ambisco a lavorare per il Daily Planet.
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