In un futuro distopico, la gente smette di invecchiare a 25 anni ma da quel momento gli resta solo un anno di vita. Il tempo diventa così moneta di scambio. I più ricchi vivono per secoli o diventano addirittura immortali, i più poveri muoiono in fretta relegati nei ghetti.
In Time
Regia: Andrew Niccol
Interpreti: Justin Timberlake, Amanda Seyfried, Cillian Murphy, Olivia Wilde, Johnny Galecki, Alex Pettyfer.
Provenienza: USA.
Durata: 109 min.
Distribuzione: Medusa (Italia).
Data di uscita: 17 febbraio 2012 (Italia)
É questo il suggestivo scenario che fa da sfondo alla nuova opera del neozelandese Andrew Niccol, sceneggiatore di The terminal e The Truman Show e regista di Lord of War. Il film, che doveva intitolarsi inizialmente Now e poi I’m.mortal, ha rischiato di non uscire a causa delle accuse di plagio mosse dallo scrittore Harlan Ellison che ritiene il concept dell’opera basato sul suo racconto “Pentiti Arlecchino! disse l’uomo del tic-tac” premio Nebula e premio Hugo nel ’65.
Justin Timberlake, che si sta facendo apprezzare sempre di più nelle vesti di attore, è il protagonista Will, un operaio che riceve in dono un secolo di vita da un uomo che desidera morire. Will viene accusato dal corpo di polizia dei Timekeepers di aver rubato i cento anni in questione ed è costretto a prendere in ostaggio Sylvia, figlia di un facoltoso magnate interpretata dalla bella Amanda Seyfried, che deciderà di allearsi a lui formando una coppia alla Bonnie & Clyde per rubare tempo ai ricchi e donarlo ai poveri.
La situazione ed alcune dinamiche nell’impianto narrativo ricordano quelle di Minority Report di Steven Spielberg ma la sceneggiatura risente di molte, troppe falle. Il fatto stesso che il pubblico sappia fin dall’inizio dell’innocenza di Will toglie ogni suspense alla storia. Il film si perde troppo in dialoghi didascalici e filosofici che tendono a renderlo lento e privo di mordente.
I personaggi sono tracciati abbastanza male. A scatenare la sete di vendetta del protagonista è la morte di sua madre, la sempre meravigliosa Olivia Wilde, eliminata dopo venti minuti di film. Uno spreco di talento e di grazia. Per tentare di dare più spessore alle motivazioni di Will viene tirato fuori in maniera maldestra anche il padre ma è tutto appena accennato e poco credibile.
Anche l’evolversi del rapporto con Sylvia è scontato. É la classica ragazza che si ribella alla famiglia benestante e alle convenzioni sociali innamorandosi del “cattivo ragazzo”. Il Timekeeper che dà la caccia ai due fuggiaschi è Cillian Murphy, un ruolo che ricorda molto da vicino quello di Colin Farrell nel sopracitato film di fantascienza di Spielberg. Johnny Galecki, il Leonard di Big Bang Theory, è invece il miglior amico di Will ma anche lui viene fatto fuori in modo troppo drastico. Elemento pretestuoso e puramente funzionale nella storia sono i ladri del tempo capitanati da Alex Pettyfer, reduce dai pessimi I am Number Four e Beastly.
Il film è raffazzonato, prevedibile, ripetitivo, e pieno di risvolti inattendibili. L’aciton è poca, quasi nulla, e non regala niente di nuovo. La regia di Niccol è elegante ma eccessivamente statica e con una fotografia fin troppo raffinata. A tratti sembra di assistere allo spot di qualche nota marca di profumo.
Il concept è interessante ma lo sviluppo è deludente e risaputo. Sostituire il denaro con il tempo non cambia di molto il procedere di una storia trita e ritrita alla quale abbiamo assistito mille volte. Tanto per citare il film: “Non sprecate il vostro tempo.”
fammi capire, la Wilde interpreta la madre di Timberlake?? esteticamente è poco credibile come madre di un trentenne…
Siamo in un futuro in cui la gente non invecchia oltre i 25 anni. Per cui appaiono tutti giovani.
diamine è vero, avevo dimenticato la premessa di base.