Provenienza: Giappone
Regista: Morio Asaka
Studio di Produzione: Madhouse
Anno di produzione: 2003
Numero di episodi: 13
Durata degli episodi: 23”
Distributore: Inedito
Recensione a cura di: Francesco Arcuri
Gunslinger Girl è una serie animata tratta dall’omonimo manga, scritto e disegnato da Yu Aida a partire dal 2002 e pubblicato in Italia da d/visual. In particolare, la prima serie animata di Gunslinger Girl è composta di 13 episodi, a cui fanno da seguito altri 13 della seconda stagione (con il sottotitolo de “Il Teatrino” , più 2 OVA). La prima stagione copre i primi due volumi del manga, che è tutt’ora in corso ed è giunto a 13 tankobon.
In Gunslinger Girl, ci troviamo nell’Italia contemporanea: lo Stato Italiano, per fronteggiare una organizzazione terroristica indipendentista del Nord, denominata “Le Cinque Repubbliche”, ha creato l’Ente Pubblico per il Benessere Sociale, un’organizzazione governativa che collabora con le forze dell’ordine e di intelligence dello Stato. Tale Ente, apparentemente dedicato al “benessere pubblico e sociale” soccorrendo le vittime di atti di violenza, consta di due Sezioni, le quali in verità operano in missioni “sporche” di antiterrorismo ad altissimo rischio; per fare ciò , la prima Sezione utilizza uomini e donne altamente addestrati, la seconda Sezione invece utilizza bambine vittime di abusi, soprusi, malattie o vicende invalidanti, trasformandole, tramite il lavaggio del cervello, in cyborg spietate e obbedienti dotate di un corpo meccanizzato indistruttibile. Ad accompagnare ognuna delle ragazzine vi è un “fratello” assegnato dall’Ente, un addestratore adulto che le segue in addestramento e in missione, facendo coppia con loro. Una di loro, la piccola Henrietta, di 10 anni, si innamora di Josè (Giuseppe), il suo tutore militare, andando incontro, insieme a lui, a tutte le tragiche contraddizioni insite nel manifestarsi di tali sentimenti tra uomini e cyborg -bambine. Durante l’arco dei 13 episodi, assisteremo al racconto di ogni specifica coppia di cyborg-bambina e il suo “fratello”, dove il rischio maggiore è rappresentato dalla tendenza delle bambine di provare sentimenti verso i propri “fratelli”.
Innanzitutto, una premessa doverosa è fare una forte lode alla descrizione del contesto della storia, ovvero l’Italia nostrana. Vi è una grande capacità, da parte degli autori giapponesi, di imbastire situazioni coinvolgenti e verosimili, leggendo in chiave narrativa e romanzesca, e non isterica o grottesca, le contraddizioni dell’Italia moderna; una capacità che gli autori italiani stessi non sempre riescono a ottenere. Sono presenti , oltre al nemico “esterno” , anche vicende che vedono polizia, carabinieri e intelligence in aperto contrasto fra di loro, nel contesto di una lotta per il potere strisciante, tra terroristi , forze dell’ordine e fiancheggiatori vari. Il background politico nel quale si muove l’Ente pubblico per il Benessere Sociale è quello di una società in fermento di fronte ad un movimento terrorista che organizza rapimenti e attentati, rivendicando un ruolo di maggior importanza per il Nord del Paese (alcuni vedono, in questo, un’ispirazione derivata dalle dichiarazioni di alcuni rappresentanti della Lega Nord). Nello scorrere delle missioni, i protagonisti toccheranno alcune tra le località più famose d’Italia, tra cui Roma, Napoli, Firenze, Siena, la Sicilia, colte in scorci e dettagli suggestivi, che dimostrano quanto sia stata grande la cura per il contorno della storia; capita anche di vedere alcuni personaggi intenti a letture a noi familiari, come la Gazzetta dello Sport oppure La Repubblica. Dunque, questo è sicuramente un forte valore aggiunto, che non può che incuriosire e lasciare soddisfatto il pubblico nostrano.
Riguardo alla storia, bisogna innanzitutto precisare come essa non possieda né un vero e proprio inizio, né una vera e propria fine, preferendo concentrarsi sui rapporti tra i personaggi, e le riflessioni e le contraddizioni che scaturiscono dalla dura condizione delle ragazzine, piuttosto che dare vita a situazioni “orizzontali” riguardo alla sfida contro Le Cinque Repubbliche. Da un lato, questo approccio sicuramente permette di conoscere approfonditamente le varie coppie di ragazzine e il loro addestratore, mentre dall’altro non può far altro che lasciare sicuramente un senso di “incompiuto”, un leggero amaro in bocca, che potrebbe risultare leggermente fastidioso per coloro alla ricerca di una vicenda organica, che si dispieghi durante i vari episodi.
Parlando della vicenda principale, in Gunslinger Girl i protagonisti sono accoppiati in team, impiegati per l’appunto in missioni ed incursioni ad altissimo rischio. Le relazioni che si instaurano tra bambine cyborg e gli adulti sono filtrate dal condizionamento imposto da restrizioni e dal lavaggio del cervello, subìto dalle bambine per limitarne l’aggressività e favorirne il controllo. Ad ogni addestratore è lasciata la facoltà di gestire la propria cyborg, seguendo la propria inclinazione personale, con l’obbligo non scritto di non doversi affezionare, né di lasciarsi coinvolgere emotivamente.
La coppia principale è composta da Josè (Giuseppe) ed Henrietta: il primo è un uomo dal carattere buono e comprensivo, che tratta la piccola con cura e dolcezza, al pari della sorella che ha perduto, al di fuori della vita militare fatta di addestramenti, missioni e sparatorie continue. Henrietta ,apparentemente una deliziosa bambina, la meno “condizionata” del gruppo di cyborg, prova per lui un vero e proprio sentimento di amore e gelosia; la storia della piccola Henrietta è assai tragica, essendo stata la sua famiglia massacrata da un serial killer, e lei stessa, violentata quasi fino alla morte, lasciata erroneamente in vita. E’ proprio questo sentimento di amore, e la lenta presa di coscienza di esso, che muove la dinamica della coppia, che funge da impalcatura base della vicenda: la loro apparente “normalità” funge da elemento tranquillizzante in un contesto dove lo straniamento dei rapporti umani è tale da trasformare gli adulti, nei riguardi delle bambine, talvolta in spietati aguzzini, altre volte in persone egoiste ed indifferenti,altre volte in figure che ricordano padri e fratelli, se non veri e propri “compagni”. Le attenzioni e i sentimenti di Giuseppe danno ad Henrietta una dimensione affettiva in cui sopravvivere, e poter ricambiare a sua volta la gentilezza del suo padre-fratello – tutore.
Le altre coppie presentano ognuna una diversa sfaccettatura di questo rapporto:
Rico è nata con una grave sindrome degenerativa del corpo, che le impedisce di muoversi; in fin di vita, viene affidata dai genitori al governo, per essere sottoposta all’intervento di trasformazione in cyborg. E’una bambina solare , e contenta di poter usufruire del suo corpo come mai aveva potuto, a dispetto di Gianni, il suo serioso adulto, che la tratta con durezza, e talvolta anche con aperta violenza, considerandola solo una macchina assassina, e addirittura affibbiandole un nome da ragazzino, per marcarne la sua considerazione di “oggetto” e di non-persona.
Vi sono Triela e Hilschar, una coppia affiatata che conosciamo nell’episodio 4 (“Bambola”); Triela è la più grande delle bambine (12 anni), e si comporta come una sorella maggiore verso le sue compagne, dimostrando più di una volta autoconsapevolezza, intraprendenza, e una visione attenta delle problematiche che sorgono all’interno del campo di addestramento. Hilschar non è solo il suo fratello, ma anche l’adulto che l’ha salvata , dopo essere stata vittima di uno snuff movie. Tra Hilschar e Triela, la vicenda giunge ad una sorta di “pacificazione” quando lui impara ad ascoltarla e a relazionarsi con lei non solo come una macchina sottoposta, ma come persona umana, chiedendole cosa desidererebbe come regalo di Natale. Da notare come l’impossibilità, da parte delle bambine , di ribellarsi, le riduca praticamente a delle bambole rassegnate, in balia delle decisioni altrui e della responsabilità dei loro creatori – carcerieri.
La solitaria Claes, appassionata di libri e giardinaggio, è rimasta senza un “fratello”; infatti, è stata addestrata in passato dal Capitano Rabaro, un reduce di guerra, per sua stessa ammissione , nell’episodio 6 (“Promessa”) “un uomo abituato a fermare la violenza con altra violenza”. Egli la addestra con duri metodi militari, permettendole però di sviluppare una relativa indipendenza e consapevolezza. Poco prima di morire accidentalmente, chiede a Claes di non usare la violenza se non soltanto in missione, e di vivere normalmente come una qualsiasi ragazzina,coltivando i suoi interessi e le sue passioni; e difatti, la troviamo il più delle volte pacificamente seduta o sdraiata a letto,tendenzialmente apatica e intenta silenziosamente a leggere, onorando la promessa fatta.
La vicenda più tragica è quella di Elsa e Lauro: la ragazzina, desiderosa di attenzione dal suo “fratello” , poiché innamorata perdutamente, ne riceve da lui solo durezza e indifferenza, consapevole di venire percepita solo come un “cyborg”, da un uomo che ammette che di quel lavoro, a lui “interessano solo i soldi”. L’epilogo sarà tragico e amaro, poiché Elsa si isola dalle altre, non riesce a reggere il peso del dolore derivante da questo rapporto e uccide Lauro a bruciapelo, suicidandosi in seguito con un colpo di pistola in un occhio, l’unico punto debole dei cyborg. Ciò accade nell’episodio 9 (Lycoris Radiata Herb),mambientato a Siena, facendo toccare alla serie una vetta emotiva molto intensa; anche se, ad onor del vero, già dall’inizio dell’episodio i più smaliziati possono capire che non c’è alcun mistero in proposito, come invece si vorrebbe far credere, risultando un escamotage narrativo un po’ pretenzioso e poco efficace.
La dolce Angelica è la prima bambina ad essere stata trasformata in cyborg, dopo un tentativo di omicidio da parte dei suoi genitori, incalzati dal fallimento economico. Poiché è stato il primo eseperimento, il suo corpo è continuamente mal funzionante , e rende la bambina vittima di continue amnesie e perdite di memoria, tali da indurre il suo “fratello” Marco ad abbandonarla. Il suo stato di salute si deteriora continuamente, rendendola una bambola fragile e “difettosa”, disperatamente alla ricerca del suo affetto e approvazione, che giungeranno dopo lungo tempo e forse troppo in ritardo, quasi come a ricordarci di dedicare il giusto tempo alle nostre figlie, sorelle e madri.
Come in altre produzioni simili, la tematica portante è racchiusa nel trittico vita-morte-amore: gli adulti sono costretti a relazionarsi con le ragazze a più livelli, reagendo ognuno secondo le proprie inclinazioni personali, e scontrandosi con il loro bisogno affettivo. La vita “cibernetica”di queste bambine è molto breve a causa delle operazioni chirurgiche, e la loro memoria è sottoposta a restrizioni e condizionamenti per evitare il riemergere dei traumi passati. Inevitabilmente però, tutte chiedono calore e affetto umano a quelli che sono le loro uniche figure paterne di riferimento , da una parte la consolazione al loro stato di non-umani, dall’altra esprimono il bisogno affettivo di amare un padre, il quale però non è tale, né talvolta desidera, né può esserlo. Questa è il dazio da pagare per poter sopportare le spietate vicende di cui sono state vittime, e il compromesso ( inconsapevole) per la loro sopravvivenza; gli agenti , che quotidianamente affrontano il baratro della violenza e dell’annientamento, sembrano sentirsi, più o meno inconsciamente, carnefici di queste povere non -vite innocenti, riportate a vivere in un mondo dove ,di meritevole, da vivere, c’è ben poco. Difatti, anche tra gli adulti non si instaurano particolari legami, se non quelli lavorativi e di fedeltà alla Seconda Sezione, mentre il più delle volte l’emergere delle problematiche con le ragazzine vengono eluse. E’ quasi incredibile vedere come siano in realtà le bambine le più consapevoli della natura dei loro sentimenti, piuttosto che questi adulti disillusi, stanchi e spenti nel corpo e nella mente.
Non mancano i momenti forti: un sentimento di appartenenza universale nel secondo episodio “Orione”, dove Giuseppe mostra alla timida Henrietta la stella di Orione nella notte ,con un telescopio (“Volevo vedessi le stelle non attraverso un mirino”), mentre l’elemento musicale impreziosisce alcuni momenti importanti: nell’episodio 3 (“Ragazzo”), di ritorno da una missione ove è stata costretta a uccidere un ragazzo conosciuto per caso prima di una missione, la piccola Rico suona il violino con Henrietta , un esercizio suggerito alle bambine per far prendere confidenza con il corpo meccanico e tenerlo allenato nella coordinazione. Mentre La vicenda di Angelica e Bianchi , accompagnata dalla favola”inventata” del Principe del Regno della Pasta, che accompagna le ultime puntate si chiude sulle note della Sinfonia n.9 Beethoven , cantata dalle bambine nell’ultima catartica puntata “Stella cadente”, dove, al pensiero ricorrente dell’amore vissuto come causa del dolore ,delle restrizioni, e delle sofferenze, fa da contraltare una piccola speranza di poter un giorno raggiungere , con quell’amore , una felicità di qualche tipo, in una qualche condizione. A tal proposito, si veda il bell’episodio 11 “Febbre Alta”,dove Giuseppe ed Henrietta possono finalmente liberarsi dei rispettivi condizionamenti e consuetudini: Giuseppe chiede a Henrietta, che serve come sua guardia del corpo personale, di consegnarli l’arma, che la ragazza porta sempre con sé, e di vivere la loro gita in Sicilia come una ragazza normale. Henrietta sarà molto colpita da questa inusuale richiesta di Giuseppe, l’unico che sembra inserirla nella grande famiglia “umana” alla quale queste bambine un tempo sono appartenute e della quale hanno vaghe memorie, ma gli stessi sentimenti; non a caso, si affaccia più volte l’idea che , essendo questo amore “sconveniente”, né forse in grado di essere corrisposto, queste bambine temono di non poter “servire a nulla”, negando la loro stessa esistenza e giungendo ad un tragico annullamento di loro stesse , e di quelle persone alle quali erano legate (come Elsa e Lauro), e dalle quali si aspettano comprensione e affetto. Infine, Il comportamento delle bambine è reso davvero bene, con le mille sfaccettature dovute alle contraddizioni di cui esse sono preda; mentre per gli adulti, in alcuni casi vi è un approfondimento (vedi Giuseppe , Hilshar, Marco), mentre in altri casi non vi è un’evoluzione rispetto al rapporto tra protagonisti, lasciando il tutto in sospeso. Tra le cyborg, da segnalare il ruolo attivo rispetto a tutte di Triela, vera e propria sorella e tutrice, che non si tira mai indietro quando si tratta di capire i problemi delle altre e dare suggerimenti.
L’amore è dunque generatore di male e morte, oppure di speranza e di possibilità, è il legame ultimo che lega tutto il creato? La pioggia di meteoriti dell’ultimo episodio rappresenta le lacrime del cielo per queste povere esistenze, chiuse in una splendida cornice di una terra ricca e densa di arte, bellezze e pensiero, ma cosi infelice.
Dal punto di vista del chara-design e dell’animazione, Madhouse compie il solito ottimo lavoro, regalando personaggi abbastanza standard ma ben definiti, con un taglio adulto, e soprattutto non risparmiando sangue e violenza laddove ce n’è bisogno. L’animazione è pulita e dinamica, con buona accelerazioni nelle scene di azione, e con una deliziosa regia nelle parti più statiche. Le armi hanno ottime definizioni, cosi come è scelto con cura il vestito delle bambine e il loro armamentario, una custodia di violino “Amita”, una marca molto prestigiosa. Gli altri personaggi cadono nello standard giapponese per quello che riguarda poliziotti e investigatori, terroristi e cospiratori, capi e sottoposti.
Della colonna sonora, spiccano la opening theme e la ending theme, mentre il resto (in totale 36 brani) rimane sostanzialmente in secondo piano; “The Night Before We Land” dei The Delgados è una canzone dall’incedere contaminato tra rock e orchestrale, malinconico e ipnotico,mentre “Dopo il Sogno” di Opus è un’aria cantata completamente in italiano ,mentre in sfondo rimane l’immagine fissa di una pistola per terra, nella pioggia, con a fianco alcuni bossoli.
Per concludere, una serie dalle belle animazioni, dall’ambientazione suggestiva, che si connota per le tematiche forti che sopra ho elencato, approfondendole con la dovuta “densità” in situazioni e dialoghi per la maggior parte efficaci e coinvolgenti, nelle quali la parte del leone è giocata da una forte componente psicologica introspettiva; ma che “pecca” , inevitabilmente, sull’altro versante, rimanendo orientata a descrivere solo alcuni squarci di una vicenda più grande , e non presentando svolte, rivelazioni o avvenimenti tali da renderla memorabile per sviluppo della storia e originalità del tema trattato.
Gunslinger Girl, per chiudere, è sicuramente un prodotto di classe e una visione consigliata.
Voto 7.5
Regista: Morio Asaka
Studio di Produzione: Madhouse
Anno di produzione: 2003
Numero di episodi: 13
Durata degli episodi: 23”
Distributore: Inedito
Recensione a cura di: Francesco Arcuri
Gunslinger Girl è una serie animata tratta dall’omonimo manga, scritto e disegnato da Yu Aida a partire dal 2002 e pubblicato in Italia da d/visual. In particolare, la prima serie animata di Gunslinger Girl è composta di 13 episodi, a cui fanno da seguito altri 13 della seconda stagione (con il sottotitolo de “Il Teatrino” , più 2 OVA). La prima stagione copre i primi due volumi del manga, che è tutt’ora in corso ed è giunto a 13 tankobon.
In Gunslinger Girls, ci troviamo nell’Italia contemporanea: lo Stato Italiano, per fronteggiare una organizzazione terroristica indipendentista del Nord, denominata “Le Cinque Repubbliche” , ha creato l’Ente Pubblico per il Benessere Sociale, un’organizzazione governativa che collabora con le forze dell’ordine e di intelligence dello Stato. Tale Ente, apparentemente dedicato al “benessere pubblico e sociale” soccorrendo le vittime di atti di violenza, consta di due Sezioni, le quali in verità operano in missioni “sporche” di antiterrorismo ad altissimo rischio; per fare ciò , la prima Sezione utilizza uomini e donne altamente addestrati, la seconda Sezione invece utilizza bambine vittime di abusi, soprusi, malattie o vicende invalidanti, trasformandole, tramite il lavaggio del cervello, in cyborg spietate e obbedienti dotate di un corpo meccanizzato indistruttibile. Ad accompagnare ognuna delle ragazzine vi è un “fratello” assegnato dall’Ente, un addestratore adulto che le segue in addestramento e in missione, facendo coppia con loro. Una di loro , la piccola Henrietta , di 10 anni, si innamora di Josè (Giuseppe), il suo tutore militare, andando incontro, insieme a lui, a tutte le tragiche contraddizioni insite nel manifestarsi di tali sentimenti tra uomini e cyborg -bambine. Durante l’arco dei 13 episodi, assisteremo al racconto di ogni specifica coppia di cyborg-bambina e il suo “fratello”, dove il rischio maggiore è rappresentato dalla tendenza delle bambine di provare sentimenti verso i propri “fratelli”.
Innanzitutto, una premessa doverosa è fare una forte lode alla descrizione del contesto della storia, ovvero l’Italia nostrana. Vi è una grande capacità, da parte degli autori giapponesi, di imbastire situazioni coinvolgenti e verosimili, leggendo in chiave narrativa e romanzesca, e non isterica o grottesca, le contraddizioni dell’Italia moderna; una capacità che gli autori italiani stessi non sempre riescono a ottenere. Sono presenti , oltre al nemico “esterno” , anche vicende che vedono polizia, carabinieri e intelligence in aperto contrasto fra di loro, nel contesto di una lotta per il potere strisciante, tra terroristi , forze dell’ordine e fiancheggiatori vari. Il background politico nel quale si muove l’Ente pubblico per il Benessere Sociale è quello di una società in fermento di fronte ad un movimento terrorista che organizza rapimenti e attentati, rivendicando un ruolo di maggior importanza per il Nord del Paese (alcuni vedono, in questo, un’ispirazione derivata dalle dichiarazioni di alcuni rappresentanti della Lega Nord). Nello scorrere delle missioni, i protagonisti toccheranno alcune tra le località più famose d’Italia, tra cui Roma, Napoli, Firenze, Siena, la Sicilia, colte in scorci e dettagli suggestivi, che dimostrano quanto sia stata grande la cura per il contorno della storia; capita anche di vedere alcuni personaggi intenti a letture a noi familiari, come la Gazzetta dello Sport oppure La Repubblica. Dunque, questo è sicuramente un forte valore aggiunto, che non può che incuriosire e lasciare soddisfatto il pubblico nostrano.
Riguardo alla storia, bisogna innanzitutto precisare come essa non possieda né un vero e proprio inizio, né una vera e propria fine, preferendo concentrarsi sui rapporti tra i personaggi, e le riflessioni e le contraddizioni che scaturiscono dalla dura condizione delle ragazzine, piuttosto che dare vita a situazioni “orizzontali” riguardo alla sfida contro Le Cinque Repubbliche. Da un lato, questo approccio sicuramente permette di conoscere approfonditamente le varie coppie di ragazzine e il loro addestratore, mentre dall’altro non può far altro che lasciare sicuramente un senso di “incompiuto”, un leggero amaro in bocca, che potrebbe risultare leggermente fastidioso per coloro alla ricerca di una vicenda organica, che si dispieghi durante i vari episodi.
Parlando della vicenda principale, in Gunslinger Girl i protagonisti sono accoppiati in team, impiegati per l’appunto in missioni ed incursioni ad altissimo rischio. Le relazioni che si instaurano tra bambine cyborg e gli adulti sono filtrate dal condizionamento imposto da restrizioni e dal lavaggio del cervello, subìto dalle bambine per limitarne l’aggressività e favorirne il controllo. Ad ogni addestratore è lasciata la facoltà di gestire la propria cyborg, seguendo la propria inclinazione personale, con l’obbligo non scritto di non doversi affezionare, né di lasciarsi coinvolgere emotivamente.
La coppia principale è composta da Josè (Giuseppe) ed Henrietta: il primo è un uomo dal carattere buono e comprensivo, che tratta la piccola con cura e dolcezza, al pari della sorella che ha perduto, al di fuori della vita militare fatta di addestramenti, missioni e sparatorie continue. Henrietta ,apparentemente una deliziosa bambina, la meno “condizionata” del gruppo di cyborg, prova per lui un vero e proprio sentimento di amore e gelosia; la storia della piccola Henrietta è assai tragica, essendo stata la sua famiglia massacrata da un serial killer, e lei stessa, violentata quasi fino alla morte, lasciata erroneamente in vita. E’ proprio questo sentimento di amore, e la lenta presa di coscienza di esso, che muove la dinamica della coppia, che funge da impalcatura base della vicenda: la loro apparente “normalità” funge da elemento tranquillizzante in un contesto dove lo straniamento dei rapporti umani è tale da trasformare gli adulti, nei riguardi delle bambine, talvolta in spietati aguzzini, altre volte in persone egoiste ed indifferenti,altre volte in figure che ricordano padri e fratelli, se non veri e propri “compagni”. Le attenzioni e i sentimenti di Giuseppe danno ad Henrietta una dimensione affettiva in cui sopravvivere, e poter ricambiare a sua volta la gentilezza del suo padre-fratello – tutore.
Le altre coppie presentano ognuna una diversa sfaccettatura di questo rapporto:
Rico è nata con una grave sindrome degenerativa del corpo, che le impedisce di muoversi; in fin di vita, viene affidata dai genitori al governo, per essere sottoposta all’intervento di trasformazione in cyborg. E’una bambina solare , e contenta di poter usufruire del suo corpo come mai aveva potuto, a dispetto di Gianni,il suo serioso adulto, che la tratta con durezza, e talvolta anche con aperta violenza, considerandola solo una macchina assassina,e addirittura affibbiandole un nome da ragazzino , per marcarne la sua considerazione di “oggetto” e di non-persona.
Vi sono Triela e Hilschar, una coppia affiatata che conosciamo nell’episodio 4 (“Bambola”); Triela è la più grande delle bambine (12 anni), e si comporta come una sorella maggiore verso le sue compagne, dimostrando più di una volta autoconsapevolezza, intraprendenza, e una visione attenta delle problematiche che sorgono all’interno del campo di addestramento. Hilschar non è solo il suo fratello, ma anche l’adulto che l’ha salvata , dopo essere stata vittima di uno snuff movie. Tra Hilschar e Triela, la vicenda giunge ad una sorta di “pacificazione” quando lui impara ad ascoltarla e a relazionarsi con lei non solo come una macchina sottoposta, ma come persona umana, chiedendole cosa desidererebbe come regalo di Natale. Da notare come l’impossibilità, da parte delle bambine , di ribellarsi, le riduca praticamente a delle bambole rassegnate, in balia delle decisioni altrui e della responsabilità dei loro creatori – carcerieri.
La solitaria Claes, appassionata di libri e giardinaggio, è rimasta senza un “fratello”; infatti, è stata addestrata in passato dal Capitano Rabaro, un reduce di guerra, per sua stessa ammissione , nell’episodio 6 (“Promessa”) “un uomo abituato a fermare la violenza con altra violenza”. Egli la addestra con duri metodi militari, permettendole però di sviluppare una relativa indipendenza e consapevolezza. Poco prima di morire accidentalmente, chiede a Claes di non usare la violenza se non soltanto in missione, e di vivere normalmente come una qualsiasi ragazzina,coltivando i suoi interessi e le sue passioni; e difatti, la troviamo il più delle volte pacificamente seduta o sdraiata a letto,tendenzialmente apatica e intenta silenziosamente a leggere, onorando la promessa fatta.
La vicenda più tragica è quella di Elsa e Lauro: la ragazzina, desiderosa di attenzione dal suo “fratello” , poiché innamorata perdutamente, ne riceve da lui solo durezza e indifferenza, consapevole di venire percepita solo come un “cyborg”, da un uomo che ammette che di quel lavoro, a lui “interessano solo i soldi”. L’epilogo sarà tragico e amaro, poiché Elsa si isola dalle altre, non riesce a reggere il peso del dolore derivante da questo rapporto e uccide Lauro a bruciapelo, suicidandosi in seguito con un colpo di pistola in un occhio, l’unico punto debole dei cyborg. Ciò accade nell’episodio 9 (Lycoris Radiata Herb),mambientato a Siena, facendo toccare alla serie una vetta emotiva molto intensa; anche se, ad onor del vero, già dall’inizio dell’episodio i più smaliziati possono capire che non c’è alcun mistero in proposito, come invece si vorrebbe far credere, risultando un escamotage narrativo un po’ pretenzioso e poco efficace.
La dolce Angelica è la prima bambina ad essere stata trasformata in cyborg, dopo un tentativo di omicidio da parte dei suoi genitori, incalzati dal fallimento economico. Poiché è stato il primo eseperimento, il suo corpo è continuamente mal funzionante , e rende la bambina vittima di continue amnesie e perdite di memoria, tali da indurre il suo “fratello” Marco ad abbandonarla. Il suo stato di salute si deteriora continuamente, rendendola una bambola fragile e “difettosa”, disperatamente alla ricerca del suo affetto e approvazione, che giungeranno dopo lungo tempo e forse troppo in ritardo, quasi come a ricordarci di dedicare il giusto tempo alle nostre figlie, sorelle e madri.
Come in altre produzioni simili, la tematica portante è racchiusa nel trittico vita-morte-amore: gli adulti sono costretti a relazionarsi con le ragazze a più livelli, reagendo ognuno secondo le proprie inclinazioni personali, e scontrandosi con il loro bisogno affettivo. La vita “cibernetica”di queste bambine è molto breve a causa delle operazioni chirurgiche, e la loro memoria è sottoposta a restrizioni e condizionamenti per evitare il riemergere dei traumi passati. Inevitabilmente però, tutte chiedono calore e affetto umano a quelli che sono le loro uniche figure paterne di riferimento , da una parte la consolazione al loro stato di non-umani, dall’altra esprimono il bisogno affettivo di amare un padre, il quale però non è tale, né talvolta desidera, né può esserlo. Questa è il dazio da pagare per poter sopportare le spietate vicende di cui sono state vittime, e il compromesso ( inconsapevole) per la loro sopravvivenza; gli agenti , che quotidianamente affrontano il baratro della violenza e dell’annientamento, sembrano sentirsi, più o meno inconsciamente, carnefici di queste povere non -vite innocenti, riportate a vivere in un mondo dove ,di meritevole, da vivere, c’è ben poco. Difatti, anche tra gli adulti non si instaurano particolari legami, se non quelli lavorativi e di fedeltà alla Seconda Sezione, mentre il più delle volte l’emergere delle problematiche con le ragazzine vengono eluse. E’ quasi incredibile vedere come siano in realtà le bambine le più consapevoli della natura dei loro sentimenti, piuttosto che questi adulti disillusi, stanchi e spenti nel corpo e nella mente.
Non mancano i momenti forti: un sentimento di appartenenza universale nel secondo episodio “Orione”, dove Giuseppe mostra alla timida Henrietta la stella di Orione nella notte ,con un telescopio (“Volevo vedessi le stelle non attraverso un mirino”), mentre l’elemento musicale impreziosisce alcuni momenti importanti: nell’episodio 3 (“Ragazzo”), di ritorno da una missione ove è stata costretta a uccidere un ragazzo conosciuto per caso prima di una missione, la piccola Rico suona il violino con Henrietta , un esercizio suggerito alle bambine per far prendere confidenza con il corpo meccanico e tenerlo allenato nella coordinazione. Mentre La vicenda di Angelica e Bianchi , accompagnata dalla favola”inventata” del Principe del Regno della Pasta, che accompagna le ultime puntate si chiude sulle note della Sinfonia n.9 Beethoven , cantata dalle bambine nell’ultima catartica puntata “Stella cadente”, dove, al pensiero ricorrente dell’amore vissuto come causa del dolore ,delle restrizioni, e delle sofferenze, fa da contraltare una piccola speranza di poter un giorno raggiungere , con quell’amore , una felicità di qualche tipo, in una qualche condizione. A tal proposito, si veda il bell’episodio 11 “Febbre Alta”,dove Giuseppe ed Henrietta possono finalmente liberarsi dei rispettivi condizionamenti e consuetudini: Giuseppe chiede a Henrietta, che serve come sua guardia del corpo personale, di consegnarli l’arma, che la ragazza porta sempre con sé, e di vivere la loro gita in Sicilia come una ragazza normale. Henrietta sarà molto colpita da questa inusuale richiesta di Giuseppe, l’unico che sembra inserirla nella grande famiglia “umana” alla quale queste bambine un tempo sono appartenute e della quale hanno vaghe memorie, ma gli stessi sentimenti; non a caso, si affaccia più volte l’idea che , essendo questo amore “sconveniente”, né forse in grado di essere corrisposto, queste bambine temono di non poter “servire a nulla”, negando la loro stessa esistenza e giungendo ad un tragico annullamento di loro stesse , e di quelle persone alle quali erano legate (come Elsa e Lauro), e dalle quali si aspettano comprensione e affetto. Infine, Il comportamento delle bambine è reso davvero bene, con le mille sfaccettature dovute alle contraddizioni di cui esse sono preda; mentre per gli adulti, in alcuni casi vi è un approfondimento (vedi Giuseppe , Hilshar, Marco), mentre in altri casi non vi è un’evoluzione rispetto al rapporto tra protagonisti, lasciando il tutto in sospeso. Tra le cyborg, da segnalare il ruolo attivo rispetto a tutte di Triela, vera e propria sorella e tutrice, che non si tira mai indietro quando si tratta di capire i problemi delle altre e dare suggerimenti.
L’amore è dunque generatore di male e morte, oppure di speranza e di possibilità, è il legame ultimo che lega tutto il creato ? La pioggia di meteoriti dell’ultimo episodio rappresenta le lacrime del cielo per queste povere esistenze, chiuse in una splendida cornice di una terra ricca e densa di arte, bellezze e pensiero, ma cosi infelice.
Dal punto di vista del chara-design e dell’animazione, Madhouse compie il solito ottimo lavoro, regalando personaggi abbastanza standard ma ben definiti, con un taglio adulto, e soprattutto non risparmiando sangue e violenza laddove ce n’è bisogno. L’animazione è pulita e dinamica, con buona accelerazioni nelle scene di azione, e con una deliziosa regia nelle parti più statiche. Le armi hanno ottime definizioni, cosi come è scelto con cura il vestito delle bambine e il loro armamentario, una custodia di violino “Amita”, una marca molto prestigiosa. Gli altri personaggi cadono nello standard giapponese per quello che riguarda poliziotti e investigatori, terroristi e cospiratori, capi e sottoposti.
Della colonna sonora, spiccano la opening theme e la ending theme, mentre il resto (in totale 36 brani) rimane sostanzialmente in secondo piano; “The Night Before We Land” dei The Delgados è una canzone dall’incedere contaminato tra rock e orchestrale, malinconico e ipnotico,mentre “Dopo il Sogno” di Opus è un’aria cantata completamente in italiano ,mentre in sfondo rimane l’immagine fissa di una pistola per terra, nella pioggia, con a fianco alcuni bossoli.
Per concludere, una serie dalle belle animazioni, dall’ambientazione suggestiva, che si connota per le tematiche forti che sopra ho elencato, approfondendole con la dovuta “densità” in situazioni e dialoghi per la maggior parte efficaci e coinvolgenti, nelle quali la parte del leone è giocata da una forte componente psicologica introspettiva; ma che “pecca” , inevitabilmente, sull’altro versante, rimanendo orientata a descrivere solo alcuni squarci di una vicenda più grande , e non presentando svolte, rivelazioni o avvenimenti tali da renderla memorabile per sviluppo della storia e originalità del tema trattato.
Gunslinger Girl, per chiudere, è sicuramente un prodotto di classe e una visione consigliata.
Voto 7.5