Recensione: The Green Hornet

lunedì, 31 gennaio 2011 11:21
Scritto da Stefano Dell'Unto.
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The Green Hornet 2011 locandinaRegia: Michel Gondry
Interpreti: Seth Rogen, Jay Chou, Christoph Waltz, Cameron Diaz
Provenienza: USA
Durata: 119 min.
Distribuzione: Columbia Pictures


“Let’s roll, Kato!” era l’urlo che il giustiziere mascherato Green Hornet rivolgeva al suo assistente asiatico per entrare in azione sulla Black Beauty, mitica auto da battaglia ipertecnologica. E non è un caso se quest’immagine richiama alla mente Batman e Robin a bordo della batmobile. Creato nel ’36 per un serial radiofonico pulp da Fran Striker e George W. Trendle, Green Hornet è infatti l’antesignano dei supereroi che di lì a poco sarebbero apparsi nei fumetti americani. Sotto la maschera del calabrone si cela Britt Reid, editore del Daily Sentinel nella metropoli di Century City. L’eroe è stato protagonista di un serial cinematografico nel ’40 e di una serie tv negli anni ’60 che ha reso celebre Bruce Lee nel ruolo dell’esperto di arti marziali Kato, spalla e maggiordomo del protagonista. Numerose sono state anche le serie a fumetti, pubblicate da diverse case editrici, destinate a soccombere contro i supereroi di maggior successo della DC e della Marvel. Nell’ultimo anno, in vista dell’uscita di questa trasposizione cinematografica, è stata la Dynamite a rilanciare il personaggio con alcune miniserie tra cui spicca quella di dieci numeri firmata da Kevin Smith, riadattamento di un soggetto che il regista, fumettista ed attore aveva scritto proprio per il cinema.

Ed è un peccato che i produttori l’abbiano respinto perché il lavoro di Smith, pur essendo punteggiato da ironia e di qualche scena d’azione sopra le righe, sarebbe risultato comunque più sobrio di questa pellicola diretta dal francese Michel Gondry, uno dei registi più interessanti degli ultimi anni (Se mi lasci ti cancello, Be kind rewind), che qui però lavora su commissione realizzando una commedia puerile che travisa del tutto lo spirito pulp dell’opera originale. Non a caso, ad interpretare Britt Reid-Green Hornet c’è l’attore comico Seth Rogen, totalmente inappropriato oltre che co-autore di una sceneggiatura campata per aria.

Britt, scopiazzato male al pure troppo leggero Anthony Stark-Iron-Man di Robert Downey Jr., è un eterno scansafatiche che subisce fin da piccolo i rimproveri del severissimo padre vedovo James, interpretato dallo straordinario attore inglese Tom Wilkinson che ricordiamo nel ruolo di Falcone in Batman Begins. Quando James muore, ucciso dalla puntura di un’ape, Britt eredita lo scomodo ed indesiderato ruolo di editore del Daily Sentinel. Neanche avesse vissuto per anni in qualche altra città, Britt incontra per la prima volta il maggiordomo Kato, che ha il volto di Jay Chou, più famoso come cantante che come attore, inventore di marchingegni straordinari ed improbabili. Entrambi venivano maltrattati  da James e lo detestevano. Mentre cercano di vandalizzare la statua eretta in sua memoria si imbattono in una gang di rapinatori e riescono a sgominarla. Decidono così di diventare due vigilanti per ripulire la città dal crimine creandosi però una fama da gangsters per non dare vantaggi ai nemici. Espediente forzoso ed inutile degli sceneggiatori per mettere i due eroi sia contro i criminali che contro la polizia.

A rendere tutto ulteriormente sballato e privo di logica è l’entrata in azione di Green Hornet senza alcun addestramento, equipaggiato solo di armi da cartone animato, mentre Kato si esibisce in scene di combattimento banali dettate da maldestri postmodernismi di regia che stilizzano la pellicola in maniera irritante. Christoph Waltz, premio Oscar per Inglorious Bastards di Tarantino, si umilia nel ruolo del mafioso russo Benjamin Chudnofsky, il consueto cattivo gigione che diverte il pubblico invece di spaventarlo e che non vede l’ora di uccidere tutti quelli che gli stanno antipatici, a iniziare dai suoi stessi tirapiedi. Tra le sue vittime figura anche un narcotrafficante rivale interpretato da James Franco in un cameo trascurabile.

La bella di turno è la criminologa Lenore Case, assistente di Reid al Sentinel, un’inutile Cameron Diaz buttata nella mischia solo per fare scena e per suscitare una lite senza senso tra Green Hornet e Kato che richiama tragicamente il ridicolo scontro tra i due protagonisti del pessimo Batman & Robin di Joel Schumacher. La storia sfocia in colpi di scena prevedibili e in un finale action esageratissimo con dinamiche comiche senza criterio. Il tutto vanamente esaltato da un 3-D scadente e ingiustificato.

Peccato anche per il compositore della colonna sonora, il grande James Newton Howard, che, dopo The last airbender, continua ad essere coinvolto in pellicole non all’altezza del suo talento. Ma se per il film di Shyamalan aveva tirato fuori un capolavoro sinfonico, qui neanche la sua musica lascia il segno. Al lavoro sul cinecomic di un altro supereroe verde, il Green Lantern della DC, auguriamoci che il film sia di migliore ispirazione per l’artista.

Mentre la Dynamite si sta adoperando con grande efficacia nel rilanciare Green Hornet attraverso storie a fumetti di ottima qualità che riconsegnano l’eroe pulp degli anni ’30, seppure riveduto e aggiornato, allo spirito e allo splendore delle origini, il film rende un pessimo servizio al personaggio fornendoci una disastrosa caricatura parodistica ed antiepica assolutamente da dimenticare.


Voto: 4,5

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