Recensione Scott Pilgrim vs. the world

Regia: Edgar Wright
Interpreti
: Michael Cera, Mary Elizabeth Winstead, Kieran Culkin, Brandon Routh, Chris Evans.
Provenienza
: USA
Durata
: 112 min.
Distribuzione
: Universal Pictures


Quanti punti valgono gli ex della vostra ragazza? Viene da chiederselo dopo aver seguito le vicende di Scott Pilgrim, protagonista della graphic novel otaku in sei volumi del canadese Bryan Lee O’Malley, edita in USA dall’etichetta indipendente Oni Press, pubblicata in Italia da Rizzoli-Lizard, e trasposta sul grande schermo dall’inglese Edgar Wright, già autore di due capolavori comici come L’alba dei morti dementi, terribile titolo italiano di Shaun of the dead, e Hot Fuzz.

Scott Pilgrim, interpretato da Michael Cera, che ricordiamo particolarmente in Juno, è un imbranato ventitreenne di Toronto che non riesce a tenersi un lavoro, convive con un amico gay, suona il basso nel gruppo dei Sex Bob-omb e manda all’aria tutte le sue relazioni lasciando strascichi rancorosi. I guai cominciano quando intreccia un nuovo rapporto sentimentale con la complicata Ramona Flowers che comporterà il confronto con i suoi sette ex, una vera e propria lega a mo’ di squadrone di supercattivi tipico di un fumetto supereroistico.

Nel linguaggio narrativo di O’Malley, gli scontri, surreali, estremizzati e divertentissimi, si rifanno alle regole videoludiche dei picchiaduro, citando qua e là, in modo accessorio ma riconoscibile, altri classici degli anni ’80, quali ad esempio SuperMario e Zelda. Le caratteristiche dei cattivi vengono esaltate con spirito dissacrante e caricaturale in veri e propri superpoteri. Ne sono un esempio i due ex interpretati da Chris Evans e Brandon Routh, che sembrano aver fatto l’abbonamento alle trasposizioni fumettistiche. Il primo è un attore di film action che attacca Scott con le sue controfigure come fossero autentici duplicati di se stesso, il secondo sviluppa delle qualità psicofisiche sovrumane grazie alla rigida dieta vegana. Le battaglie dei Sex Bob-omb con le band rivali per ottenere un ingaggio si combattono invece a suon di schitarrate come in un videogame di Guitar Hero. Wright, orfano dell’amico Simon Pegg, co-sceneggiatore ed interprete delle sue prove precedenti, opta per una trasposizione fedele sia nella trama che nella stilizzazione, riproducendo l’estetica del fumetto attraverso effetti visivi di altissimo livello, didascalie ed onomatopee in sovraimpressione e ricorrendo alle vignette originali per i flashback.

Rispetto all’opera di O’Malley, le tematiche giovanili vengono sviluppate in modo più esplicito e marcato eliminando il superfluo e conferendo maggior coerenza alla storia. Anche la parte comica è arricchita da gag geniali ed esilaranti tipiche della verve del regista. Il mancato successo del film in patria era prevedibile a causa del risicato target di pubblico a cui è destinato. In Italia le cose non andranno meglio,dal momento che uscirà contro un colosso come Harry Potter, ma si tratta di uno dei migliori cinecomics di sempre e i fans della graphic novel lo adoreranno.

Voto: 8

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4 Comments

  1. Australian7 17 novembre 2010
  2. Tadao Yokoshima 19 novembre 2010
  3. Tadao Yokoshima 19 novembre 2010

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