Transformers 3
Regia: Michael Bay
Interpreti: Shia LaBeouf, Rosie Huntington-Whiteley, John Turturro, Frances McDormand, Josh Duhamel, John Malkovich.
Provenienza: USA
Durata: 157 min.
Distribuzione: Paramount Pictures
Recensione
Realizzare un film migliore di Transformers 2 non era poi così difficile ma non era neanche facile raggiungere la freschezza e l’equilibrio del primo capitolo. E questo terzo, forse ultimo, episodio nell’epica battaglia cinematografica tra gli Autobot e i Decepticon si ferma a metà strada tra i primi due rivelandosi con onestà per ciò che dev’essere: un giocattolone roboante, fracassone e pieno di effetti speciali in puro stile Michael Bay, con Steven Spielberg in produzione e James Cameron a sostegno per il 3-D.
Stavolta lo sceneggiatore Ehren Kruger, corresponsabile del pessimo script del secondo film, tenta di imbastire una trama più robusta per l’avvicinamento alla battaglia finale. Ne vien fuori una spy-story fantastorica un po’ pasticciata incentrata sulla guerra fredda, dalle esplorazioni lunari a Chernobyl, che ruota attorno a Sentinel Prime, predecessore di Optimus Prime alla guida degli Autobot. Il colpo di scena arriva a metà film e, nonostante i punti deboli della storia, la scelta di seguire costantemente le disavventure di Sam, interpretato ancora dal bravo Shia LaBeouf, risulta vincente per il coinvolgimento del pubblico.
La splendida modella inglese Rosie Huntington-Whiteley eredita il ruolo forse non pesante, ma certamente ingombrante, di Megan Fox come sexy-fidanzata. Algida nell’aspetto, esteticamente esaltata con ogni pretesto dal regista, l’attrice ce la mette tutta nonostante le vengano riservati i dialoghi più banali di uno script che regala solo qualche battuta azzeccata e qualche caduta maldestra come, ad esempio, Sentinel Prime che definisce la Terra un “pianeta pacifico”. Limitati i siparietti sopra le righe con i genitori di Sam e John Turturro, viene però gettato nella mischia un John Malkovich gigione che sparisce a metà film risultando assolutamente inutile.
Come detto, la pellicola è tesa verso l’ultracatastrofica battaglia finale, di quaranta minuti circa, ambientata a Chicago e mostrata attraverso un 3-D sontuoso, effetti speciali strepitosi e una regia più attenta e meno caotica rispetto alle prove precedenti di Bay. La guerra urbana, pur ricordando in alcuni momenti quella del primo episodio, presenta momenti molto più drammatici e violenti anche rispetto al secondo, con qualche acuto epico avvincente dettato soprattutto da Optimus Prime, sempre carismatico a suonare la carica e mai così spietato con i nemici. Anche Bumblebee, fedele amico di Sam, ha i suoi momenti ma il rapporto con il ragazzo è abbastanza trascurato.
Molto più spazio agli umani nelle scene d’azione punteggiate dai soliti patriottismi tipici di Bay con tanto di bandiere americane in primo piano. Da tenere d’occhio la sequenza dei paracadutisti che si lanciano in picchiata sulla città e lo scontro in un grattacielo che sta per crollare. C’è anche un brevissimo omaggio agli sparatutto videoludici in soggettiva tipo Doom. Rispetto ai capitoli precedenti, la colonna sonora di Steve Jablonsky è efficace ma meno incisiva. Le due ore e mezza del film potranno risultare eccessive ma non per gli appassionati del genere che, senza alcuna pretesa, lo troveranno scorrevole e divertente.
