Super – Recensione

Dopo Kick-Ass arriva un’altra coppia di supereroi fatti in casa: Crimson Bolt e la sua spalla Boltie. I loro superproblemi? Psicopatologie della vita quotidiana.

Super

Regia: James Gunn
Interpreti: Rainn Wilson, Ellen Page, Liv Tyler, Kevin Bacon.
Provenienza: USA
Durata: 96 min.
Distribuzione: M2 Pictures (Italia); IFC Films (USA)
Data di uscita (Italia): 21 ottobre 2011

Rainn Wilson è Frank, un ometto strambo, patetico e buono a nulla che nella vita è riuscito a realizzare una sola grande conquista: sua moglie Sarah, nientemeno che Liv Tyler, ma solo perché lei era reduce dalla disintossicazione e psicologicamente fragile.

Un brutto giorno, Sarah ricade nel vizio e se ne va con Jacques, un signorotto della droga interpretato da un Kevin Bacon in gran forma e sempre un po’ gigione ma che fornisce comunque una prova differente rispetto al villain di X-men – First class. Fissato con la religione e perseguitato da allucinazioni a sfondo mistico, con la voce di Dio fornita da Rob Zombie, Frank si rifiuta di credere che il suo angelo del focolare sia diventato un demonio e si convince che Jacques l’abbia traviata e rapita.

Ispirandosi ad uno stucchevole supereroe cattolico, Frank diventa lo sgangherato vigilante mascherato Crimson Bolt, tanto goffo quanto violento e psicotico al punto da rompere la testa con una chiave inglese a individui colpevoli di reati di poco conto.

Ha qualche rotella fuori posto anche la commerciante di fumetti Libby, una sempre brava e deliziosa Ellen Page, che decide di diventare Boltie, compagna del supereroe, ancora più brutale ed esaltata di lui. La ragazza denota anche dei pruriti sessuali con un pizzico di fetish nei confronti del partner.

James Gunn ricorre alla handycam per conferire realismo al film, utilizzando, senza eccedere, onomatopee da fumetto in sovraimpressione come nella serie tv anni ’60 di Batman. Purtroppo, malgrado le premesse, la pellicola ha dei tremendi punti deboli.

Il tema dei supereroi è solo uno spunto e, nonostante Libby lavori in una fumetteria, l’argomento viene toccato solo un paio di volte e in maniera fugace. Quindi niente spassosi dialoghi nerd stile Big Bang Theory e Kick-Ass. Come se non bastasse, le gag comiche sono trite e ritrite e non strappano risate.

L’etica dei supereroi viene mescolata alle manie religiose e bigotte di Frank in un pasticciaccio insulso, maldestro come parodia e inefficace come satira pungente. Le convinzioni del protagonista vengono assecondate ed è qui che il film si dà la zappa sui piedi. Sarah diventa effettivamente la vittima di Jacques ed ha bisogno di essere salvata.

Invece di essere disilluso, quindi, Frank fa davvero la parte dell’eroe e tanti saluti al cinismo che dovrebbe caratterizzare la vicenda. Segue il solito assalto action alla villa del cattivo con tanta violenza gratuita e secchiate di splatter, elementi tipici del regista che si è fatto le ossa presso la Troma, casa di produzione indipendente specializzata in b-movie d’exploitation.

Il finale è fin troppo buonista con un’ultima scena toccante ma che non basta a risolvere una storia che non è né carne né pesce. Gli spunti ci sono, la regia funziona e gli attori sono bravi, anche se Liv Tyler viene trascurata troppo, ma il film non sa cosa vuol essere e cade troppo in contraddizione. Incompiuto.

Voto: 5


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