Regia: Rick Jacobson
Interpreti: Julia Voth, Erin Cummings, America Olivo, Michael Hurst, Kevin Sorbo.
Provenienza: USA
Durata: 109 min.
Distribuzione: Summit Entertainment
Recensione
E’ davvero difficile formulare considerazioni di qualsivoglia interesse o sviluppare un’analisi degna di questo nome a proposito di un ignobile prodottaccio trash come questo Bitch Slap, distribuito in Italia con tre anni di ritardo dall’uscita americana e di cui avremmo potuto continuare tranquillamente a fare a meno. Gli sceneggiatori Eric Gruendemann e Rick Jacobson, che è anche il regista della pellicola, provengono da serie tv con procaci eroine femminili quali Nikita, Xena, Cleopatra 2525 e Baywatch ed avrebbero qui la pretesa di omaggiare i b-movie d’exploitation rifacendo il verso a Tarantino e Rodriguez oltre a voler rivendicare la figura femminile spesso presentata in modo del tutto superficiale nel cinema action, basti pensare alle recenti polemiche che hanno coinvolto Megan Fox a proposito del suo licenziamento da Transformers 3.
Bitch Slap fallisce però su tutta la linea in maniera alquanto maldestra piazzando sullo schermo tre bellezze mozzafiato completamente prive di qualunque capacità attoriale a interpretare personaggi monodimensionali in una storiella che non sta in piedi neanche con le stampelle dettata da dialoghi idioti punteggiati dal solito turpiloquio inutile e fine a se stesso. Il film è tutto un pretesto per continue carrellate al rallenty sui dettagli anatomici delle protagoniste che si esibiscono in scene di sesso rigorosamente lesbo, sequenze d’azione di violenza esasperata brutte e poco credibili e gag comiche demenziali, stupidissime e imbarazzanti.
Più che un omaggio al cinema d’exploitation si scade quasi in una parodia soft-core con fotografia e costumi da film porno, una valanga di irritanti flashback che spezzettano una storia già campata per aria, post-modernismi gratuiti e pacchiani con un uso totalmente insensato di split-screen ed effettacci da serie tv da quattro soldi. Le figure maschili, naturalmente, sono solo carne da macello, tra cui Kevin Sorbo, l’Hercules televisivo, altra serie a cui hanno lavorato Jacobson e Gruendemann. C’è anche un cameo di Lucy Lawless, nota come Xena.
Presentando dunque una sfilza di sequenze degne di Playboy, con un terzetto di pin-up tutto sesso, cazzotti e pistoloni giocattolo, in una veste stilistica scadente, il film non riesce ad essere né carne né pesce, sminuisce ulteriormente la figura femminile fingendo goffamente di ironizzare sugli stereotipi hollywoodiani e si rivela un pretestuoso mezzuccio da quattro soldi per attirare al cinema qualche maschietto con gli ormoni in subbuglio.